Pradamano, 01 – luglio – 2002

Piccole cose che cambiano.

Dall’alto di un poggio, guardo incantato le bellezze della vallata del Lumiei e osservo il sole che scende, “frettoloso”, oltre la “sella” del Pura. Avverto, in quell’ora del tramonto, suoni ovattati e un senso di quiete : è il giorno che muore. Sono attimi fuggenti di vita, prima che scendano lentamente le ombre della sera. Osservo, il monte Rest “lacerato”, più in basso, la lunga vallata del Tagliamento, i verdeggianti boschi lungo i pendii e più giù, le poche case del paesino sottostante e poi, i vicini cavi dell’alta tensione “vuoti”. Come mai non ci sono le rondini quest’anno’?

Eppure l’anno scorso ne avevo contate più di ottanta, là, sui quei fili ! Penso lungamente, e guardo smarrito la valle che sta piano, piano diventando buia mentre vedo accendersi qua e là le prime luci nelle case e lungo le strade. Avverto, sempre più intenso, sincopato, il canto delle cavallette e dei grilli che sale dal basso e che annunzia l’inizio della notte. Ascolto questa armoniosa orchestra, e sento improvvisamente inserirsi dei rumori fastidiosi, simili a quelli prodotti da una affilatrice per lame metalliche.

Scopro che oggi, in quei luoghi, è così che cantano, le raganelle. Rammento, al paese natio, il loro dolce canto cadenzato e incessante che mi conciliava il sonno nella notte. Ricordo quello che mi aveva fatto notare e sentire, il mese passato, una gentile signora, vicino a Udine : il suo gallo cantava, a volte, da gallina. Famosi scienziati hanno scritto che si riesce a capire le cose grandi, dalle piccole cose che cambiano. Rimango a sentire a lungo nella notte, in quella valle, la musica dolce delle cavallette e dei grilli, storpiata dal penoso rumore metallico delle raganelle.

Eugenio Di Barbora
Pradamano