Pradamano, 01 giugno ’03.

UN GIUSTO VALORE DI SÉ.

Ogni persona ha un suo valore. Un valore che, di solito, è definito come un insieme di virtù orientate alla vita e rispettose di sé e delle altre persone. A volte, ci si scorda di possedere questo bene prezioso, di accrescerlo, di conservarlo e di trasmetterlo.

Così, capita sempre più spesso di notare stili di vita esasperati, di osservare, tante persone soggiogate da una competitività frenetica ed aggressiva, di veder lavorare e viaggiare alla “garibaldina”, ignorando la prevenzione, sprezzanti del pericolo e dei rischi. Poi, si legge sul giornale, di gravi infortuni sul lavoro, di troppi e gravi incidenti stradali che colpiscono “fatalmente” tante giovani vite.

Ci si domanda, angosciati, il perché?
Analizzando nell’insieme tutto il grande problema della Sicurezza si può dire con dati concreti che manca, troppo spesso, nelle Istituzioni e nelle persone la consapevolezza dinamica di un valore equilibrato di sé e di una giusta valutazione della vita umana.

Ai nostri giorni l’agire è profondamente collegato alla pubblicità occulta o palese che è diffusa dai mass media e dai poteri forti che propongono criteri, tendenze, obiettivi, spesso subdoli ingannevoli che esaltano i miti e pochi “eletti”.
Ogni persona così si struttura acquisendo idee e finalità tipiche della società consumistica lasciandosi “manovrare” da menti fatue e deboli, ma furbe, indirizzate “all’attimo fuggente”, alla provvisorietà estrema, intrisa di superficialità e di una vanità senza limiti.

Un giusto valore di sé è così “manovrato”, demolito da un sistema di vita che non rispetta il prossimo e che dovrà essere orientato per migliorare la qualità della vita e portare una maggiore pace sociale. Pertanto si dovrà insegnare a mantenere un distacco dai falsi valori, dalle ingannevoli valutazioni e dai giudizi tendenziosi, imparando a costruire lontano da un valore errato di sé, e dalle persone velenose, invidiose e malate che gestiscono il mobbig all’italiana.

Per questo servirebbero regole chiare in modo da impedire, come capita oggi, che il “bianco” strategicamente diventi “nero” premiando così i furbi ed i “birboni”. Basterebbe diffondere la regola dell’onestà, promovendo la crescita della pace tra e fra i cittadini.
La pace ha un solo colore. Nasce e cresce nel valore equilibrato di sé, rispettoso del valore degli altri e della vita umana.

Eugenio Di Barbora

Pradamano