Pradamano, 11 aprile ’03

IL DILEMMA NEI SEGNI DI VITA E DI PACE.

Dapprima sono fiorite le primule nei luoghi più strani, ora dopo le prime piogge, sono sbocciati nei campi e nei prati, tra l’erba verde, molti fiori gialli di tarassaco e tante piccole margherite bianche e colorate.

Nell’aria tiepida s’ode festoso il canto degli uccelli e sui rami delle piante si vedono tante piccole foglie verdi. Nel fluire del tempo la natura non cambia e indica chiaramente i segni di una nuova vita, di una nuova primavera.

La natura ha le sue leggi ed i suoi segni di vita e di pace. L’uomo, spesso, attanagliato da una smisurata vanità, dopo millenni di storia, è alla ricerca, in una lotta continua e non riesce a capire il grande dilemma: la vita non può essere disgiunta dalla pace.

Questo, sempre, dando alla vita e alla pace un corretto significato. Si afferma che non è vita senza la pace, viceversa, non c’è pace se non si rispetta e si promuove la vita umana. Tante bandierine colorate con la scritta “Pace”, sono apparse in questo periodo, sulle finestre e sui ballatoi delle case.

Sono belle a vedere, forse sono un segnale che la tanto invocata pace del Pontefice ha fatto breccia nei cuori ed è esternata così da molte persone. Capire la pace e volere la pace, però, è una cosa ben più difficile. Prima, dovremmo noi essere in pace per trasmettere la pace, in famiglia e nei nostri paesi friulani, condannando “i birboni”.

Servirebbe imparare a costruire la pace fra la nostra porta e quella che ci sta di fronte o di fianco, con chi abita nel nostro condominio. Esternare la pace è cosa facile, promuoverla e donarla, invece, anche nel periodo pasquale è più difficile. Bisognerebbe, imparare che per donare la pace, serve, prima capire che bisogna vivere in modo onesto seguendo sempre il grande dilemma indicato nei segni di vita e di pace.

Eugenio Di Barbora

Pradamano