6° Capitolo

Io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare (Mt.21,43)

Spesso non ci rendiamo conto degli immensi doni che Dio ci ha dato e continuamente ci dà. Ma perché ce li ha dati? Ci chiediamo realmente qual è il fine della nostra vita hic et nunc”? Da come si esprime nella parabola dei vignaioli, Gesù Cristo, Il Verbo di Dio fattosi uomo, ci fa capire che noi siamo i collaboratori del suo regno, come gli operai lavorano la vigna per il loro padrone. La cosa fondamentale, allora, è quella di intuire cosa è il “Regno di Dio”. Nessuno può collaborare bene ad un progetto se non ha in sè chiari gli obiettivi che richiedono questo progetto.

Ogni cristiano dovrebbe possedere almeno l’intuizione di come dovrebbero fondarsi le basi del Regno di Dio che viene nella nuova giustizia”Essa consiste nel compimento della volontà del Padre, nell’imitarne l’amore indiscriminato verso buoni e malvagi, nel fare concretamente per gli altri quello che vorremmo sia fatto per noi, nell’amare con cuore indiviso Dio e il prossimo. L’umile disponibilità del bambino diventa paradigmatica per l’accoglienza del regno.(Nuovo Dizionario di teologia,ed Paoline p.1239)

“Ogni progresso spirituale deve essere inteso come espressione di grado superiore di amore e non semplicemente come progresso del nostro comportamento morale, il quale può avere origine da un motivo gratificante e condizionarsi e terminare in esso ” (p.Albino, Diario, p.218)
E chi può valutare realmente il grado di amore raggiunto? Agiamo veramente per Dio solo e per il bene del prossimo? Amiamo realmente come crediamo? Il nostro “io” lascia tracce dappertutto. Bramiamo la povertà spirituale e la solitudine per vivere nascosti in Gesù Cristo? Sarebbe realmente una grande grazia voler vivere nell’umiltà, desiderosi che non si sappia il bene che facciamo, cercare di sparire agli occhi degli uomini per essere considerato da loro una nullità. E sparire anche ai propri occhi, unicamente per far piacere al buon Dio. Quale grande grazia!

Chi mai desidera unicamente il volere di Dio solo per amore? Rinunciare agli inconsci moti dell’orgoglio e dell’ambizione per scomparire negli abissi misericordiosi di Dio? Volere che Egli cresca e noi diminuire…volerlo con tutto il cuore! Capiamo cosa vuol dire? E’ necessario essere estremamente sinceri con noi stessi per guardare con coraggio la propria fragilità e l’infinita misericordia di Colui che si è sobbarcato della nostra fragilità incarnandosi, patendo e morendo per noi. Solo considerando questo suo incredibile amore dovrebbe scaturire in noi la sorgente del nostro amore per Lui.

Ma solo Lui può sopperire alle nostre deficienze. Dobbiamo far nostro il suo amore, entrare nella sua fonte amorosa attraverso la nostra umile supplica. Supplicarlo sempre per desiderarlo sempre di più. Ecco perché ci chiede di pregare….semplicemente per trasformarci. Dobbiamo desiderare come Egli desidera…farci preghiera vivente per lasciarci trasformare dalla sua grazia giorno dopo giorno. Lui solo dovrebbe bastarci, Lui solo.

“Le anime che si abbandonano all’amore non se ne dolgono mai. E’ vero, io infrango i limiti del loro cuore: è necessario che l’orizzonte stretto delle loro cognizioni sia squarciato, affinché intravedano qualche cosa degli splendori del mio Regno, l’immenso universo dello Spirito” (Colloquio interiore p.184,par.292)

Già le nostre cognizioni terrene sono molto limitate nei confronti di tutto ciò che é materiale. Conoscessimo realmente i limiti, ci spaventeremmo. Ma qui “hic et nunc” non li potremmo mai conoscere perché “conoscere i limiti” significa essere consapevoli di cosa c’é oltre ad essi . Anche se gradualmente la scienza progredisce e riesce a determinare le leggi universali che regolano la materia e l’energia che la anima, non potrà mai scandagliare il fine ultimo di ogni esistenza. Anche il più piccolo elemento microcosmico che riusciamo ad individuare e che consideriamo tra gli ultimi mattoni della materia, conserva un mistero impenetrabile : quello di “esserci”, il che consiste in un salto qualitativo infinito rispetto al nulla.

Il nulla è indefinibile, ma viene da noi intuito come l’assenza completa di “qualcosa” che non esiste in sé, o, al limite, nel solo pensiero di Dio. Si sa che Dio abbraccia tutto ed in Lui potenza ed atto coincidono. La sua Onnipotenza fa in modo che tutto può essere da Lui creato, ogni forma di esistenza. Ma per noi, dal momento che qualcosa non è posto in essere, non esiste, e quindi ci si ritrova nel nulla. In Dio non può esserci il nostro concettuale “nulla”, in virtù della sua infinita potenzialità.
Perché proviamo questo forte stupore nel considerare ogni forma di essenza ed esistenza come sue emanazioni?

Probabilmente perché intravediamo il suo Regno già qui, nel suo creato materiale ed energetico. Un Regno in evoluzione, ma già presente. Per accorgesene basta poco. Si deve realmente iniziare dalle cose più umili che non osserviamo quasi mai. Bisogna porre attenzione ai sensi che Egli ci ha donato. Osservare, toccare, annusare, percepire, udire, ascoltare.
Siamo davanti ad un sassolino? Esso nasconde universi inesplorati: no, non è pura fantasia. Nasconde davvero universi incredibili! Noi osserviamo solo alcuni aspetti esteriori del sassolino.

Anche se dovessimo scrutarlo con potentissimi microscopi, frantumandolo all’infinito, troveremmo una varietà di essenze microscopiche che ci stupirebbero sempre. Chi mai potrebbe realmente conoscere l’intima struttura dell’ultimo quark, bosone, neutrino od altro elemento infratomico che si celano nei suoi abissi? Con quale logica poniamo un limite alla sua più intima essenza spazio-temporale? Quello stesso sassolino potrebbe contenere infiniti universi spazio temporali…
E se dalla materia che noi riteniamo inerte passiamo a considerare le essenze vitali?

Allora proviamo ad osservare una semplice formica che cammina sulla nostra mano. Non è meravigliosa questa sua autodeterminazione energetica? Non è già incredibile che compia tutti quegli spostamenti attraverso una serie di meccanismi biochimici determinati da una unità centrale nervosa? Quest’esserino che spesso osserviamo con tanta superficialità è un prodigio biologico inimmaginabile!
E quando consideriamo un animale biologicamente più evoluto?

E quando cii soffermiamo davanti ad una persona?
E quando osserviamo noi stessi, la nostra complessità biologica, cerebrale; il flusso continuo dei nostri pensieri, che sono l’apice di tutti gli universi che si celano in noi?
Il solo pensiero ha la facoltà di elaborare universi di essenze virtuali pressoché infinite. Da dove vengono tutte queste incredibili potenzialità?
Quanta superficialità nel considerare la nostra esistenza in un Cosmo così misterioso!

Ci vuole silenzio e solitudine per intuire che il Regno è già dentro di noi.
“Io non mi nascondo, sono vicinissimo a voi, in voi…sono molto semplice. Mi cercate troppo lontano, come un Dio inaccessibile…sono un Dio che si è fatto vostro fratello…Poiché cercate troppo lontano mi passate accanto senza accorgervi di me e non sentite più l’immensa dolcezza che la presenza mia mette nell’anima vostra…

Gli interessi di questa terra vi incantano, ma si esauriscono in un batter di ciglio…mentre io resto, e non si finisce mai di scoprirmi, e non si esaurirà giammai la sorgente dei miei tesori…Appena si tendono verso di me mani vuote e supplichevoli io le riempio” (Suor M.della Trinità, Colloquio interiore,p.185, par.293/294)

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Essere se stessi