Chi comanda è a servizio degli altri

In quella città c’erano le elezioni aministrative.
Cinque candidati, personaggi ormai noti, si contendevano il posto di primo cittadino.

La battaglia elettorale diventava sempre più aspra.
Un giorno decisero di confrontarsi cercando l’appoggio del saggio Elia, il cui parere era molto considerato tra i cittadini.
Ognuno di essi si recava di nascosto a casa sua, ad insaputa dell’altro, per cercare di convincerlo delle proprie capacità oratorie.

Ma Elia, intuendo la loro sete di potere, diceva ad ognuno:
– Ci vediamo alle 16.00 a casa mia il prossimo venerdì 17, poi ci recheremo al bar “La Frottola” (che si trovava dall’altra parte della città).

Giunto il momento, con grande sorpresa si ritrovarono tutti e cinque a casa sua. A turno, allora, cominciarono a sviscerare tutte le loro capacità oratorie, sostenendo diverse tesi su come amministrare saggiamente la città.

All’improvviso bussò alla porta il maestro Alberti, anch’esso candidato, ma piuttosto snobbato dagli altri per la sua inesperienza politica. Entrò, salutò e si mise in parte ad ascoltare i concorrenti, rimanendosene piuttosto silenzioso perché non veniva mai interrogato.

Poi Elia propose di recarsi al bar. Uscirono tutti insieme e continuarono a sfoggiare la loro “magniloquenza”. Parlavano di riduzioni di ICI, (e TASI) ed altri gabbelli comunali, di manutenzione del sistema viario, di progetti per abbellire la città.

Alberti li seguiva in silenzio mentre Elia lo osservava con la coda dell’occhio.

Ad un certo punto il maestro elementare vide un sasso in mezzo alla strada ed andò subito a raccoglierlo per metterlo in un cantone.

Intanto gli altri, interrompendosi spesso tra loro, continuavano a sciorinare la loro serie di proposte per una città più a misura d’uomo e più piacevole al visitatore.

Alberti, poi, vide un sacchetto di immondizie per terra, lo raccolse e lo mise dentro il cassonetto accanto.
Giunti presso il parco cittadino, i cinque candidati eloquenti erano ancora presi dalla smania di convincere Elia delle loro grandi capacità.

All’interno del parco due ragazzi si stavano azzuffando ed il maestro Alberti subito accorse per dividerli e cercare di riappacificarli, riuscendo perfettamente nell’intento.

Giunsero al bar “La Frottola”, e tutti e cinque i candidati si accorsero che Alberti non c’era, ma fecero finta di niente, continuando ad esibire le loro abilità retoriche.

Dopo un po’ entrò nel bar anche il maestro, un po’ trafelato, scusandosi con tutti perché si era fermato ad avvisare il pronto soccorso per una donna anziana che si era sentita male per strada.
Ma l’animata discussione continuava tra i cinque, sempre più accaldati.

Ad un certo punto, il saggio chiese:
– Perché volete fare i sindaci?

Risposero adducendo diverse teorie filantropiche, mentre Alberti non riusciva a prendere la parola.

Elia riprese a chiedere:
– Qual’è la qualità essenziale per un vero amministratore nei confronti dei cittadini?
– Essere a loro servizio! – esclamò uno dei cinque con autosufficienza.

Osservò il saggio:
– Chi di voi, passeggiando fino a qua, ha dimostrato di avere realmente a cuore gli altri? Chi ha tolto il sasso dalla carreggiata, riposto il sacchetto delle immondizie nel contenitore, riappacificato i ragazzi durante la lite, chiamato l’ambulanza per la signora ammalata? Proprio da quelle che voi ritenete “piccole cose” pratiche della vita si riconosce l’altruismo e lo spirito di servizio di un buon amministratore di una città.

Così Il maestro Alberti fu eletto sindaco e la città conobbe un periodo di saggia amministrazione.


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