dal sito Militia Christi

Falsi devoti e di false devozioni a Maria

E’ dunque cosa importantissima: 1) conoscere le false devozioni alla santissima Vergine, per evitarle e conoscere quale sia, fra le tante differenti forme di vera devozione alla Vergine santa, la più perfetta, la più gradita a lei, la più gloriosa per il Signore e la più santificante per noi, per abbracciarla.

Vi sono, secondo me, sette specie di falsi devoti a Maria: 1) i devoti critici; 2) i devoti scrupolosi; 3) i devoti esteriori; 4) i devoti presuntuosi; 5) i devoti incostanti; 6) i devoti ipocriti; 7) i devoti interessati.

I veri devoti di Maria

Da falsario e da ingannatore fine e sperimentato, il demonio ha già ingannato e mandato in perdizione numerose anime all’inferno con una falsa devozione alla Vergine. Ed ogni giorno si serve della sua diabolica esperienza per farne dannare molte altre, illudendole e facendole addormentare nel peccato, col pretesto di qualche preghiera mal detta e di qualche pratica esteriore da lui suggerita.

Scoperte e condannate le false devozioni alla Vergine santa, bisogna definire brevemente quella vera.
Essa è: 1) tenera; 2) interiore; 3) santa; 4) costante; 5) disinteressata.


1. I devoti critici
Abitualmente i devoti critici sono dotti orgogliosi, spiriti forti e presuntuosi, che in fondo hanno una certa qual devozione alla Vergine santa, ma criticano come contrarie al loro gusto quasi tutte le pratiche di pietà che le persone semplici compiono ingenuamente e santamente in onore della Madonna. Mettono in dubbio tutti i miracoli e i racconti riferiti da autori degni di fede, attestanti le misericordie e la potenza della Vergine santissima. Si irritano nel vedere la gente semplice e umile inginocchiata a pregare Dio innanzi ad un altare o ad un’immagine di Maria. Arrivano persino ad accusarla d’idolatria, come se adorasse il legno o la pietra. E vanno dicendo che, quanto a loro, non amano affatto queste devozioni esteriori. Allorquando si riferiscono loro le lodi meravigliose tributate dai santi Padri alla santa Vergine, rispondono dicendo che quelli parlano da oratori. Questa specie di falsi devoti e di persone orgogliose e mondane è molto pericolosa. Essi fanno un torto immenso alla devozione verso la santissima Vergine e, col pretesto di distruggerne gli abusi, ne allontanano.

1. Devozione tenera
La vera devozione a Maria è tenera, vale a dire piena di fiducia nella Vergine santa, di quella stessa fiducia che un bambino ha nella propria mamma. Essa spinge l’anima a ricorrere a Maria, in tutte le necessità materiali e spirituali, con molta semplicità, fiducia e tenerezza. La spinge a rivolgersi a lei per aiuto come ad una mamma, in ogni tempo, in ogni luogo e in ogni cosa: nei dubbi per essere illuminato, nei traviamenti per ritrovare il cammino, nelle tentazioni per essere sostenuto, nelle debolezze per essere fortificato, nelle cadute per essere rialzato, negli scrupoli per esserne liberato, nelle croci, fatiche e contrarietà della vita per essere consolato. In poche parole, l’anima si rivolge a Maria abitualmente, in tutti questi malesseri corporali e spirituali, senza timore d’importunare questa Madre buona e di dispiacere a Gesù Cristo.

2. I devoti scrupolosi
I devoti scrupolosi sono persone che temono di disonorare il Figlio onorando la Madre; di abbassare l’uno innalzando l’altra. Non sanno tollerare che si diano alla Vergine le lodi giustissime datele dai santi Padri. Non vogliono che si parli tanto spesso di Maria né che tanto spesso a lei si ricorra. Ecco alcuni detti a loro familiari: «A che pro tanti rosari e devozioni esterne in onore del la Vergine santa? Quanta ignoranza in tali pratiche! È mettere in ridicolo la nostra religione. Bisogna ricorrere a Gesù Cristo: egli è il nostro unico Mediatore.»
Ciò che costoro dicono e fanno, per ostacolare la devozione a Maria, è molto pericoloso ed è una sottile insidia del maligno nascosta sotto il pretesto di un bene maggiore, perché mai si onora di più Gesù Cristo, come quando si onora di più la Vergine santa. Infatti, ci si rivolge a lei come alla via che conduce al traguardo verso cui tendiamo: Gesù Cristo.
La santa Chiesa, con lo Spirito Santo, benedice in primo luogo la Vergine santa e, poi, Gesù Cristo: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!» Gesù. Non perché la Vergine santa sia da più di Gesù Cristo o a lui uguale -�sarebbe eresia intollerabile l’affermarlo�-, ma perché è necessario benedire prima Maria per benedire in modo più perfetto Gesù Cristo. Diciamo dunque con tutti i veri devoti della Vergine santa, contro i suoi falsi devoti scrupolosi: «O Maria, tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù».

3. I devoti esteriori
I devoti esteriori sono persone che fanno consistere tutta la devozione a Maria in pratiche esterne. Non hanno nessuna interiorità e quindi gustano soltanto l’aspetto esterno della devozione alla Vergine santissima. Recitano molti rosari, ma in fretta. Ascoltano parecchie messe, ma senza attenzione. Prendono parte a processioni, ma senza devozione. Si iscrivono a tutte le confraternite mariane, ma senza emendare la propria vita, né vincere le proprie passioni, né imitare le virtù di questa Vergine santissima. Non amano la sostanza della devozione, ma si attaccano a ciò che vi è di sensibile, in modo che se non trovano soddisfazioni nei loro pii esercizi, si scoraggiano e abbandonano tutto o fanno tutto a capriccio. Il mondo è pieno di questa specie di devoti esteriori. Nessuno più di loro critica le persone di orazione, le quali, pur avendo a cuore la modestia esteriore che accompagna sempre la vera devozione, si prendono però cura soprattutto dell’interiorità, come di ciò che è essenziale.

2. Devozione interiore
La vera devozione a Maria è interiore; parte, cioè, dalla mente e dal cuore; deriva dalla stima che si ha di lei, dall’alta idea che ci si forma delle sue grandezze e dall’amore che le si porta.

4. I devoti presuntuosi
I devoti presuntuosi sono peccatori in balia delle loro passioni e amanti del mondo. Sotto il bel nome di cristiani e di devoti della Vergine santa nascondono o l’orgoglio o l’avarizia o l’impurità o l’ubriachezza o la collera o la bestemmia o la maldicenza o l’ingiustizia, ecc. Dormono tranquillamente nelle loro cattive abitudini, senza farsi molta violenza per correggersi, sotto pretesto di essere devoti della Vergine. Sperano che Dio li perdonerà, che non morranno senza confessarsi e non andranno dannati, perché recitano la corona, digiunano il sabato, appartengono alla Confraternita del santo Rosario o dello Scapolare o alle Congregazioni mariane, e perché portano l’abitino o la catenina della Madonna, ecc.
Quando si dice loro che una tale devozione è pura illusione diabolica e pericolosa presunzione che può rovinarli, non lo vogliono credere. Rispondono che Dio è buono e misericordioso, e che non ci ha creati per dannarci; che non c’è uomo che non pecchi; che basta un buon “ho peccato!” pronunciato in punto di morte; che digiunano, ecc.

A conferma di quanto dicono e per accecarsi maggiormente, ripetono che persone morte in peccato mortale e senza confessione, ma che in vita avevano detto qualche preghiera o adempiuto qualche pratica buona, in punto di morte, ottennero da Dio la contrizione, il perdono e la salvezza. La stessa cosa sperano per se stessi.
Nulla, nel cristianesimo, è più condannabile di questa diabolica presunzione. E in realtà, chi potrebbe dire con animo sincero di voler bene e onorare la Vergine santa, se con il peccato colpisce, trafigge, mette in croce e oltraggia senza pietà Gesù Cristo, suo Figlio? Affermo che un simile abuso della devozione al la Vergine santa -�devozione che, dopo quella a Nostro Signore nel SS. Sacramento, è la più santa e la più solida di tutte�- costituisce un orribile sacrilegio: il più grande e il meno perdonabile dopo quello della Comunione ricevuta indegnamente.

3. Devozione santa
La vera devozione a Maria è santa, cioè conduce l’anima ad evitare il peccato e ad imitare le virtù della Vergine, in modo particolare le dieci virtù principali della santissima Vergine: umiltà profonda, fede viva, obbedienza cieca, orazione continua, mortificazione universale, purezza divina, carità ardente, pazienza eroica, dolcezza angelica e sapienza divina.

5. I devoti incostanti
I devoti incostanti sono coloro che sono devoti della Vergine santa soltanto ad intervalli e secondo il capriccio. Ora sono fervorosi ed ora tiepidi; ora sembrano pronti ad intraprendere qualsiasi cosa per servirla e, pochi istanti dopo, non sono più gli stessi; oggi abbracciano ogni sorta di devozione alla Vergine santa, domani non ne osservano fedelmente le norme.
Cambiano come la luna�e Maria se li mette, con questa, sotto i piedi, perché sono instabili e per nulla meritevoli d’aver posto tra i servi di questa Vergine fedele che si distinguono per fedeltà e costanza.
Anziché caricarsi di tante preghiere e pratiche di devozione, è meglio compierne poche con amore e fedeltà, malgrado il mondo, il demonio e la carne.

4. Devozione costante
La vera devozione alla Vergine è costante: conferma l’anima nel bene e la induce a non abbandonare facilmente le pratiche di pietà. La rende coraggiosa nell’opporsi alle mode e alle massime del mondo, alle molestie e agli stimoli della carne, e alle tentazioni del demonio.
Pertanto una persona veramente devota della Vergine santa non è per nulla volubile, triste, scrupolosa o timorosa. Non già che non cada e non provi talora nessun gusto nella devozione, ma se cade, si rialza tendendo la mano a colei che le è madre buona; se si trova senza gusto né fervore sensibile, non se ne affligge. Infatti il giusto e il devoto fedele di Maria vivono della fede di Gesù e di Maria, e non dei sentimenti della natura.

6. I devoti ipocriti
Ci sono ancora falsi devoti della Vergine santa: i devoti ipocriti. Nascondono i loro peccati e le loro malvagie abitudini sotto il manto di questa Vergine fedele, per apparire agli occhi degli altri diversi da quello che sono.

7. I devoti interessati
I devoti interessati, infine, sono quelli che ricorrono alla Vergine santa solo per vincere processi, evitare pericoli, guarire dalle malattie o per altre necessità del genere. Senza queste necessità, la dimenticherebbero. Gli uni e gli altri sono falsi devoti, e non hanno valore davanti a Dio e alla sua santa Madre.

5. Devozione disinteressata
Infine, la vera devozione a Maria è disinteressata: muove l’anima a non ricercare se stessa, ma Dio solo nella sua santa Madre. Un vero devoto di Maria non serve questa augusta Regina per spirito di lucro e di interesse, per il proprio bene temporale o eterno, corporale o spirituale, ma unicamente perché ella merita di essere servita, e Dio solo in lei. Non l’ama perché abbia ricevuto o speri ricevere favori, ma perché ella è degna di amore. Per questo l’ama e la serve fedelmente, sia nelle freddezze e nelle aridità che nelle dolcezze e nei fervori sensibili. L’ama tanto sul Calvario quanto alle nozze di Cana.
Come è gradito e prezioso agli occhi di Dio e della sua santa Madre un tale devoto, che non ricerchi in nulla se stesso nel servirla! Ma adesso, come è raro! Appunto perché non sia più così raro, ho preso la penna in mano per mettere in scritto ciò che ho insegnato con frutto per parecchi anni.
Stiamo dunque bene attenti a non collocarci:
– tra i devoti critici, che non credono a nulla e criticano tutto;
– tra i devoti scrupolosi, che hanno paura di essere troppo devoti della Vergine santa per non mancare di rispetto a Gesù Cristo;
– tra i devoti esteriori, che fanno consistere tutta la loro devozione in pratiche esterne;
– tra i devoti presuntuosi, che con il pretesto della loro falsa devozione a Maria, ristagnano nel peccato;
– tra i devoti incostanti, che, per leggerezza, cambiano le loro pratiche di pietà, o le abbandonano totalmente alla minima tentazione;
– tra i devoti ipocriti, che si iscrivono alle confraternite e portano le livree della Vergine, per farsi credere buoni;
– e, infine, tra i devoti interessati, che ricorrono alla Vergine santa solo per essere liberati dai mali del corpo e per ottenere dei beni temporali.

Ecco la perfetta e totale consacrazione di se stesso a Gesù secondo la vera devozione a Maria di San Luigi da Montfort:

La devozione che io insegno è una perfetta rinnovazione dei voti e delle promesse del santo battesimo.

Scrive san Tommaso: «Nel battesimo si fa voto di rinunciare al diavolo e alle sue vanità». Sant’Agostino aggiunge che questo voto è il più grande e il più necessario. Uguale affermazione si trova nei canonisti: «Il voto principale è quello che facciamo nel battesimo». Ma chi osserva questo grande voto? Chi mantiene fedelmente le promesse del santo battesimo? Non è forse vero che quasi tutti i cristiani tradiscono la fede promessa a Gesù Cristo nel battesimo? Da dove scaturisce questo disordine universale, se non dalla dimenticanza in cui si vive delle promesse fatte e degli impegni contratti nel santo battesimo?

Nella presente devozione si rinuncia (com’è indicato nell’atto di consacrazione) al demonio, al mondo, al peccato ed a se stessi e ci si dà interamente a Gesù Cristo per le mani di Maria.

Questa devozione consiste, dunque, nel darsi interamente alla santissima Vergine allo scopo di essere, per mezzo suo, interamente di Gesù Cristo.

Bisogna darle: 1. il nostro corpo, con tutti i suoi sensi e le sue membra; 2. la nostra anima, con tutte le sue facoltà; 3. i nostri beni esterni, cosiddetti di fortuna, presenti e futuri; 4. i nostri beni interni e spirituali, vale a dire i nostri meriti, le nostre virtù e le nostre buone opere passate, presenti e future.

Con tale forma di devozione si offre a Gesù Cristo, nel modo più perfetto, cioè per le mani di Maria, tutto quanto gli si può dare e molto più che con le altre forme di devozione, nelle quali si dà solo una parte o del proprio tempo, o delle buone opere, o delle soddisfazioni e mortificazioni. Qui, invece, tutto viene dato e consacrato, perfino il diritto di disporre dei beni interni e delle soddisfazioni che si guadagnano di giorno in giorno con le buone opere. Ciò non avviene in nessun Istituto religioso. In questi si danno a Dio i beni di fortuna col voto di povertà; i beni del corpo col voto di castità; la propria volontà col voto di obbedienza e, qualche volta, anche la libertà del corpo col voto di clausura. Non si danno, però, la libertà o il diritto naturale di disporre delle proprie buone opere e nemmeno ci si spoglia totalmente di quel che il cristiano possiede di più prezioso e di più caro: i propri meriti e le proprie soddisfazioni.

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