LE CATECHESI DI DON VINCENZO CARONE
Proviamo a leggere la parola di Dio nell’ottica soprannaturale del
principio della difesa e della testimonianza. Abbiamo già tenuto
presente la difesa di Gesù di una peccatrice, in questa catechesi invece
teniamo presente la difesa di Dio, tramite Daniele, di una donna
innocente.
Gesù difende anche se stesso dicendo di essere stato mandato
da suo Padre; e riesce anche a scagionare l’adultera colta in flagrante;
Dio tramite Daniele, un ragazzo non ancora adolescente, riesce a
liberare Susanna dai suoi accusatori. Solo che la difesa che Gesù fa di
se stesso, non viene accolta dagli scribi e farisei. Consideriamo i
punti essenziali di questi due episodi.
La difesa di Gesù di una
peccatrice, è la stessa difesa che Gesù fa di te povero peccatore. Gesù
ti difende dai tuoi peccati che realmente hai commessi, perché Egli ha
espiato i tuoi peccati sulla croce, e ha chiesto perdono col suo grido
al Padre; e il Padre gli ha concesso il perdono dei peccati. Vedi come è
buono Gesù: per la nostra difesa, a differenza degli avvocati che si
lasciano pagare dagli imputati che difendono, Gesù è un avvocato presso
il Padre, il quale difende non degli innocenti, ma dei peccatori, e non
si lascia pagare, ma paga Lui a prezzo del suo sangue per i nostri
peccati.
Susanna: è innocente, però viene accusata da due anziani. Anche
l’adultera viene accusata dagli anziani che la condannano a morte, come
fecero i loro antenati con Susanna. Gli anziani vennero smascherati da
Gesù che scrisse col dito nella polvere i loro peccati; non ebbero il
coraggio di uccidere quella donna alla presenza del popolo che era
venuto a conoscenza di tutto quello che loro facevano con le donne e di
tutte le ingiustizie contro gli innocenti; si allontanarono in silenzio
dall’adultera che avevano deciso di lapidare. Nell’episodio di Daniele
invece gli anziani sono soltanto due.
Oggi nessuno reagisce contro chi
pecca di adulterio; neppure le leggi, la parte lesa deve ingoiare il
rospo e sopportare le conseguenze della separazione o del divorzio. Ai
nostri giorni la situazione è enormemente deteriorata a scapito degli
innocenti e soprattutto dei bambini, dei quali purtroppo non si parla
mai.
È vero, nessuno ha diritto di giudicare, ma tutti abbiamo il dovere
di riflettere sulle nostre debolezze che vergognosamente nascondiamo
nelle pieghe della tua coscienza. Forse non si sono convertiti di cuore
neanche coloro che sono diventati anziani, e recitano le farse del
giudice che condanna quello che loro hanno fatto e forse più volte.
Dobbiamo fare anche un’altra riflessione: la testimonianza. E’ davvero
mortificante vedere che Gesù testimonia con le parole e con le opere di
essere Lui il Cristo, solo Dio può scrivere per terra i peccati degli
uomini, eppure non gli credono.
Gesù allora si appella alla legge di
Mosè: “Se dicessi da solo che sono quello che sono, che sono Dio”,
avreste ragione di pensare che ognuno può dire quello che vuole, ma non
per questo dice la verità: Gesù invece chiama un “Altro che testimoniare
per me ed è mio Padre che mi ha mandato”; capiscono benissimo che si
riferisce ai miracoli di cacciare i demoni, di guarire malattie gravi,
di riordinare il corpo dei ciechi, storpi, e di risuscitare i morti.
Gesù chiama a testimone il Padre Celeste, perché gli ebrei sapevano
molto bene che comandare sui demoni e risuscitare i morti è esclusiva
potestà divina. La legge di Mosè infatti, dice che due che testimoniano
la stessa cosa, dovrebbero essere creduti. Capirono benissimo che Gesù
diceva praticamente: se il tribunale ha fiducia di due testimoni, perché
voi non volete credere alla mia Parola che compie miracoli strepitosi e
al Padre che mi ha mandato e che testimonia su di me? ma non vollero
credere a quello che Gesù affermava.
Chiesero a Gesù: “Chi è tuo
Padre?”, e Gesù disse queste parole molto belle: “ Se voi conosceste me,
conoscereste anche il Padre mio”; dirà poi a Filippo: “Chi vede me,
vede il Padre”. Egli ha detto chiaramente: non puoi conoscere Dio se non
conosci Gesù Figlio di Dio. Questa è la testimonianza di Gesù. Noi
abbiamo bisogno davvero di riflettere seriamente sulla parola di Dio.
Per il momento facciamo solo qualche considerazione: Gesù difende e
perdona chi realmente ha peccato; e difende anche gli innocenti. E tante
volte gli innocenti, mentre sono difesi da Gesù, non riescono a
perdonare quelli che li hanno offesi. Spesso chi è colpevole riesce ad
accettare la pena, la punizione, ma gli innocenti si fanno scudo della
propria innocenza, per condannare quelli che li hanno accusati
ingiustamente. Questo capita specialmente in famiglia, nelle comunità
religiose, perché lì c’è l’obbligo della dipendenza da chi ha la
responsabilità di prendere delle decisioni che coinvolgono gli altri.
La
reazione è quasi sempre la stessa: questo non me lo doveva dire; io non
ho fatto ciò di cui sono stato accusato; io questo non lo sopporto; è
una continuazione, ce l’ha sempre con me. Pensa che Dio difende
l’innocente: se davvero sei innocente, perché non perdoni chi ti
rimprovera forse ingiustamente o chi ti condanna? Gesù perdona a te
settanta volte sette, e tu chiedi giustizia o vendetta?
Dobbiamo
riflettere di come ci troviamo dinanzi al giudizio di Dio: gli
“innocenti”, tra virgolette, sono colpevoli di non saper perdonare
quando sono accusati ingiustamente. Difficilmente pensiamo che in noi si
possono formare anche dei pregiudizi, per cui non riusciamo più ad
avere una relazione con i genitori, superiori religiosi, e a volte anche
con i propri colleghi di lavoro o amici di famiglia.
Infatti, il
pregiudizio di essere stato accusato ingiustamente, essendo innocente,
diventa il filo conduttore di una condotta di vita prolungata che
impedisce una relazione di carità o di sudditanza. Gesù ha perdonato chi
è peccatore e chi è innocente, e Lui non è stato compreso ed accolto
nonostante una testimonianza di innocenza e di verità eccezionale.
Tu,
in che situazione ti trovi? Sei peccatore? Sei stato perdonato? Sai
perdonare? Sei innocente per tante accuse che ti fanno? Sai anche
perdonare chi ti ha accusato ingiustamente? Sai davvero dare
testimonianza con le parole e con le opere della tua innocenza? Sai
davvero chiamare a testimone della tua innocenza Dio anziché gli uomini,
come ha fatto Gesù?
Sono piccole riflessioni che vanno non soltanto
ascoltate e meditate, ma tenute presente per tutta la vita. Vorrei
rilevare quello che ho detto prima: attenzione, anziani! Solo perché gli
anziani abbiamo 50 o 80 anni non dobbiamo ritenerci né in diritto di
accusare gli altri, né di nascondere e mascherare le nostre fragilità
della carne e dello spirito tra le rughe della nostra vecchiaia. Bisogna
che davvero ci rinnoviamo tutti, i giovani, gli adulti, gli anziani:
per tutti ogni giorno che il Signore ci dona, è tempo di conversione!
I
due anziani che accusarono Susanna di tradire il proprio matrimonio,
vennero condannati perché non seppero dire sotto quale albero del
giardino si era consumato il peccato. Il Padre Celeste e Gesù invece,
sapevano bene sotto quale albero erano stati deboli Adamo ed Eva. Gesù
poi, ha risolto il problema dei colpevoli sotto l’albero, salendo Lui
come colpevole su un altro “albero”, quello della croce, non per
condannarci, ma per darci la pace.
Che mistero! Non temere le calunnie
dei maligni. “Essi osserveranno il mio calcagno”. Essi spiano colui che
cede alla tentazione e cade nel peccato. E quando questo succede, si
fissano a guardare il calcagno, per trattenere al piede colui che è
caduto, in modo da impedirgli di rialzarsi, per spingerlo a continuare a
inciampare; ovvero – male che vada! – per trovare di che accusarlo. Chi
è che cammina in modo da non cadere mai? Accade spesso, se non altro
con la lingua. Sta scritto infatti: “Se uno non offende con la lingua,
costui è un uomo, una donna perfetta” .
Chi mai oserà dirsi o credersi
perfetto? Quindi capita sicuramente che si cada per la lingua. Infatti,
l’uomo retto, la donna veramente tale, entra nel suo cuore, dove si
rivolge a Dio e gli dice: “In Dio loderò le mie parole”. Tutto ciò che
di buono e di vero riesce a dire, è di Dio, e ringrazia il Signore
perché gli fa dire cose giuste e sante. Tutto quello che ha detto,
mentre non avrebbe dovuto dirlo, l’ha detto lui che è un uomo, una donna
che non controlla le parole che escono dalla sua bocca; deve sempre
tenere presente che l’ha detto sotto lo sguardo di Dio.
Dio sostiene chi
cammina sulla retta via, avverte i peccatori che se non si convertono,
che finiranno male; perdona chi riconosce i suoi errori, benedice chi
tiene a freno la lingua, solleva chi cade. Il giusto, di fatto, cadrà
sette volte al giorno a motivo della fragilità della sua natura umana, e
altrettante risorgerà; mentre gli empi diventeranno inguaribili nei
loro peccati, perché amano fare quella vita, non sanno che farsene del
perdono di Dio . Non temiamo dunque, coloro che con astuzia ci tendono
insidie: essi violano i comandamenti.
Cercano in te qualcosa da
rinfacciarti, ma non pensano a credere in Cristo per la tua
testimonianza delle vita cristiana. Quanto a te sta’ attento alle parole
di colui di cui tu disapprovi il modo di vivere; potresti trovarvi
qualcosa che ti attira ad andare con lui. Cosa potrà insegnarti in
ordine alla salvezza uno che nel parlare è così terribilmente fuori
strada? “Essi osserveranno il mio calcagno”. “La mia anima ha così
sopportato, soggiorneranno e si nasconderanno”.
La tua anima sopporti
tutti: sopporti coloro che cercano di trascinarti nel peccato, perché
vogliono farlo con te; e coloro che si nascondono, facendoti credere di
essere diversi da quelli che sono realmente. Se esci fuori dalla
preghiera e dalla custodia dei doni di Dio, viene la tentazione come un
fiume. Che essa ti trovi fermo sulla roccia dell’ubbidienza alla fede! E
allora, la tentazione faccia pure impeto contro di te: non ti
abbatterà. La tua casa è fondata sulla pietra, è fondata su Cristo.
Egli
resta dentro la tua vita e ti sostiene nella tentazione. Però insieme
con te c’è qualcuno che “soggiorna nella tua casa e si nasconde”: il
demonio tentatore, che può essere un uomo o una donna. Ti si avvicini
pure, come la pula è vicina al chicco di grano. Verrà, però, la
trebbiatura, la giustizia di Dio che non fa sconti a nessuno, e avverrà
quello che Gesù ha detto: tu entrerai nella casa di Dio; colui che ha
detto solo parole per convincerti ad andare con lui, non ha fatti da
presentare, verrà eliminato per sempre.
Tu sarai purificato, la paglia
sarà stritolata.
Don Vincenzo