La nostra vita dovrebbe essere imperniata in Gesù Cristo, il quale è vivo sempre ed è il nostro Paradiso
(Lo aveva detto anche al ladrone pentito sulla croce:  “Oggi stesso tu sarai con me in Paradiso”)

Ci si dovrebbe innanzitutto interessare sempre di Lui, perché noi amiamo solo ciò che conosciamo.

Dai Vangeli e dagli scritti neo-testamentari noi possiamo farci un’idea della sua grandezza, come uomo e Dio. Però è importante la fede nella sua divinità, altrimenti tutto è vano. La sua umanità condivisa con la nostra in tutto, eccetto il peccato, è sorprendente.

Gesù, umanamente parlando, ha provato come noi tentazioni, emozioni, privazioni, solitudine, angoscia, incomprensioni, persecuzioni, delusioni, tradimenti, sofferenze, morte. Ha avuto anche soddisfazioni nell’ammirare chi aveva fede, nel poter aiutare gli altri, nel contemplare il creato, nel pregare il Padre.

La sua missione sulla terra è stata quella di mostrarci la bontà del Padre, di farci comprendere la nostra dignità di figli di Dio, di aiutarci a maturare spiritualmente fino alla nostra graduale divinizzazione.

Ha fatto di tutto per farcelo comprendere: predicando ovunque, sanando da malattie, liberando dagli spiriti immondi.

Con la morte e la Risurrezione, Gesù ci ha rivelato definitivamente la sua divinità promettendoci di essere sempre in mezzo a noi.
Ci chiede solo di conoscerlo per corrispondere a questo suo immenso amore per ognuno di noi.