Brano tratto dal libretto “Passi di danza” (ed.Mimep-Docete) di  p. Andrea Panont ocd (p.102)

E’ gioia, è festa! Perché? D’uno sposalizio si tratta. E che sposalizio!: ci ha sposati Dio.
Lo sposo si veste dei nostri abiti: ha indossato la veste del pazzo; si abbellisce dei nostri stracci: non c’era in lui decoro; si inghirlanda delle nostre miserie: si è fatto verme e non uomo; indossa i nostri peccati: si è fatto peccato; prende su di sè le nostre disperazioni: ha gridato l’abbandono da Dio; si appropria delle nostre maledizioni: si è fatto maledizione; porta i nostri dolori: lui l’uomo dei dolori. Mi glorierò allora delle mie miserie, affinché stia in me, abiti in me lo splendore del Padre. Il più grande male dell’uomo non è la sua miseria, ma è il non credere che Dio vede ed ama in noi suo Figlio vestito della nostra miseria. Questa è la miseria: non credere all’amore. La salvezza è credere all’amore, è fidarsi dell’assurdità dell’amore di Dio. Gesù ci ha salvati dalla disperazione dell’inferno e ci ha sposati quando, dopo aver gridato la sua
disperazione – Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?, – ha emesso il più grande atto di fiducia e di abbandono in Dio-papà: “…nelle tue mani affido il mio Spirito”. Per abbracciarci col suo infinito amore nell’inferno del nostro peccato ha patito e gridato l’abbandono da Dio; per portarci con sé in Paradiso si è riaffidato al Padre” (p.Andrea Panont)

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