OGNI VISIONE DEL MONDO È SEMPRE IN EVOLUZIONE
L’amnesia infantile dovuta alla neurogenesi, è un fenomeno importantissimo per la nostra sopravvivenza.
Nessuno riesce ad entrare realisticamente nella visione del mondo di un infante.
Appena un uomo nasce “piange” perché si trova letteralmente
catapultato in una nuova dimensione, diversa dall’ambiente uterino.

Il disagio della nascita è un evento traumatico
in cui tutti i sensi sono coinvolti. Il tatto, soprattutto, perché il
neonato avverte sulla pelle pressioni di diverse intensità (quelle
delle mani dell’ostetrica o della madre) e percepisce una temperatura
incostante rispetto a quella precedente all’interno dell’utero.

Altri elementi traumatizzanti sono Il fatto di dover respirare col naso e
con la bocca, l’avvertire la sensazione di fame saziabile solo con la
poppata, l’intenso desiderio di sentire il contatto della madre per
ripristinare la simbiosi pre-natale, l’attivazione dei nervi olfattivi
che introducono nel mondo degli odori, mondo precedentemente molto più
vago, il cominciare a percepire con gli occhi ombre e forme
completamente nuove, alcune delle quali, probabilmente, mostruose, ecc.

Insomma, l’insieme di tutti questi eventi costituiscono un “trauma”
che dovrà essere riassorbito gradualmente, durante la crescita. Per
questo l’amnesia infantile gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo
successivo, anche se è noto che ogni esperienza di vita dal concepimento
è in qualche modo archiviata nell’oceano dell’inconscio…

Nella
visione del mondo successiva si riproporranno altre forme di amnesia
fino alla nuova dimensione, dove lo spazio-tempo avrà cessato il proprio
ruolo di preparazione dell’uomo nuovo completamente divinizzato…

Pier Angelo Piai