Gesù ha canonizzato una povera vedova che aveva offerto due spiccioli, un niente ma pieno di cuore.

Non le grandi opere, ma i gesti quotidiani fanno la santità. I poveri e le donne fanno gesti; la politica, le Chiese, i potenti fanno opere. Impariamo dai poveri e dalle donne, come Gesù.

Santità per noi è meno opere e più gesti nel quotidiano, ma gesti che toccano, pieni di cuore, gesti di ascolto e di pazienza, gesti di trasparenza e di attenzione, come quelli di Gesù che non vediamo mai progettare grandi opere ma fermarsi, ascoltare; toccare occhi, labbra, orecchie; spezzare il pane, entrare nelle case, sedere a mensa, parlare delle cose d’amore come nessuno aveva mai saputo fare: parlare dell’amore con amore! e così posare una carezza in fondo all’anima.

E se non avremo molto da offrire al Signore nell’ultimo giorno, ci presenteremo a lui come mendicanti d’amore, ricchi solo di lacrime.
E credo, so che sentirò venire dalla bocca di Dio parole come queste:

Vieni figlio, il tuo desiderio di amore era già amore.
Vieni figlio, sognatore, devoto, vagabondo, non m’importa, vieni.
E se anche hai infranto mille volte le tue promesse, vieni.
Vieni, nonostante tutto, vieni.
con i tuoi tesori in vasi di argilla,
con i tuoi gesti pieni di cuore,
con le tue lacrime raccolte ad una ad una,  vieni!
Ora non ti farai più male.
Niente ti separerà più dall’amore.

(p.Ermes Ronchi)

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