Siamo allegri, poi tristi e melanconici, euforici e depressi, coraggiosi e paurosi, silenziosi e loquaci, attivi e pigri, puri ed impuri, innocenti e maliziosi…

In noi si alternano infiniti stati d’animo influenzati da eventi interni ed esterni. La nostra mente difficilmente trova una sua stabilità perché come una farfalla gira alla ricerca di ciò che la soddisfa ed evita ciò che le reca disagio.

Quando siamo noi stessi?

Ci sono delle instabilità che noi riteniamo “patologiche”.  Ed allora pensiamo che certe persone siano folli, nevrotiche, paranoiche, schizofreniche, ecc.
Ma l’instabilità è condizione generale di ogni uomo perché in lui tutto è in divenire, corpo, mente, anima e spirito.

I dinamismi ormonali influenzano la mente, la quale crea delle ripercussioni sull’anima e lo spirito. E viceversa. Se uno ha un profondo disagio nello spirito questo si ripercuote sull’anima, sulla mente e sul corpo, perché ogni uomo è tendenzialmente unitario, ma è combattuto dalle forze disgregatrici della sua natura molteplice.

La sua tendenza unitaria è in nuce anche dalle sue origini: ogni più piccola aggregazione biologica è formata da elementi che a loro volta sono micro-aggregazioni, fino all’elemento unitario  più microscopico della materia che ancora non conosciamo. In tutta questa fenomenologia nell’uomo l’elemento più unificante è lo spirito, proprio perché ha un principio divino e, similmente a Dio, non è formato di parti e trascende il molteplice.