UN PO’ D’ARIA RIVESTITA DI CUOIO

Alcuni si meravigliano perché non riesco ad appassionarmi di calcio
(anche se, paradossalmente ci tengo che vinca l’Udinese o l’Italia)

Appena mi accingo a vedere una partita di calcio, subito il mio pensiero si concentra sulla palla: la vedo nella sua essenzialità, cioé un po’ d’aria rivestita di cuoio che balza di qua e di là in una campo attorniato da persone e non riesco a capire tutto questo frastuono attorno ad essa. Gente che urla, che impreca, che agita striscioni, che sostiene la squadra del cuore con veemenza.

Poi si affacciano alla mia mente i compensi milionari dei giocatori, i giornali che sprecano fiumi di inchiostro e tutto l’indotto che c’è dietro quell’aria rivestita di cuoio, compreso le scommesse clandestine.
Per non parlare di tutta l’organizzazione che c’é dietro ogni squadra: presidenti, direttori, allenatori, formatori di allievi, allenatori, tecnici, consulenti, commentatori, critici, giornalisti, programmi televisivi ecc.

Non ce l’ho con lo sport, ma critico lo sport inquinato dalla mentalità utilitaristica…
Penso ai milioni di operai che fanno turni pesanti e che non arrivano alla fine del mese. Una delle tante assurdità odierne che noi tranqullamente accettiamo.

Comunque quella “palla di aria rivestita di cuoio”, soprattuttto se si muove in un campetto di provincia, calciata da ragazzi di due squadrette che si fronteggiano, rimane sempre un ottimo catalizzatore di interazioni, capace di innescare azioni finalizzate,impegno , disciplina, entusiasmo ( entusiasmo da en theos= avere Dio dentro di sé!)”