Video realizzato su un famoso brano della lettera di S.Paolo ai Filippesi (3)

Ma
quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una
perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di
fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per
il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come
spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non
con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva
dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata
sulla fede.

E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua
risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli
conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai
morti. Non però che io abbia gia conquistato il premio o sia ormai
arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo,
perché anch’io sono stato conquistato da Gesù Cristo. Fratelli, io non
ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del
passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al
premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

Quanti
dunque siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti; se in qualche
cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo. Intanto,
dal punto a cui siamo arrivati continuiamo ad avanzare sulla stessa
linea.

Fatevi miei imitatori, fratelli, e guardate a quelli che si
comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti, ve l’ho gia
detto più volte e ora con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si
comportano da nemici della croce di Cristo: la perdizione però sarà la
loro fine, perché essi, che hanno come dio il loro ventre, si vantano di
ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra.

La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore
il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per
conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di
sottomettere a sé tutte le cose.