Osservazioni in occasione del 3 aprile, anniversario della nascita del Friuli storico

Mi riferisco all’articolo di Maurizio Cescon del 19 febbraio scorso apparso sul Messaggero Veneto intitolato: “Due friulani su 5 senza fede in Dio”.

Mi viene spontanea una riflessione sulle nostre radici cristiane.

Siamo i figli di Aquileia, una delle città romane più importanti di allora e figli della stessa gloriosa Chiesa aquileiese che ha generato molti santi e martiri.

La nostra lingua è emblematica perché si è formata nei secoli grazie all’incontro di numerosi popoli.
Il nostro stupendo territorio, definito da Ippolito Nievo “piccolo compendio d’universo”, ha dovuto subire moltissime invasioni, nonostante ciò la nostra identità non è andata dispersa, ma si è consolidata con la nascita della piccola patria del Friuli che ha costituito uno dei primi parlamenti europei.
Siamo un popolo che ha molto sofferto perchè ingiustamente sottomesso da altre potenze straniere.

Il nostro territorio è stato teatro di guerre orrende, soprattutto le ultime due guerre mondiali che ci ha visti in prima linea.

Abbiamo subito catastrofi naturali di tutti i tipi, tra le quali il terremoto del 1976, ma abbiamo avuto la forza ed il coraggio di risollevarci.

Perché non mantenere lo spirito dei padri che ci hanno trasmesso valori importanti come la famiglia, la fedeltà, il lavoro duro e costante, la fede più genuina nella Trascendenza e nella Divina Provvidenza?

Il consumismo e la globalizzazione rischiano di sbiadire la nostra vera identità.

La nostra operosità, nota in tutto il mondo, ci ha portati ad un certo benessere, ma le ingiustizie sociali fanno in modo che questi non venga condiviso equamente.

Senza campanilismo e retorica dovremmo essere fieri della nostra lingua, delle nostre tradizioni, della nostra storia, del nostro sviluppo economico, ma soprattutto della nostra “anima” friulana che non deve svilirsi nella ricerca del piacere sfrenato, nelle ricchezze materiali, nella disgregazione famigliare, nell’ateismo e nell’incredulità.

Ricordiamoci che abbiamo dato i natali a uomini di altissima statura morale come Paolino d’Aquileia e in seguito Marco D’Aviano: se non fosse stato per lui probabilmente il cristianesimo sarebbe stato cancellato dall’Europa.

Più recentemente abbiamo avuto “profeti” illustri come p.Luigi Scrosoppi, Davide Maria Turoldo, padre Albino Candido e tanti altri.

Non dimentichiamo che la Madonna apparve in Friuli nel 1855 ad una fanciulla di Porzus (tre anni prima di Lourdes) ed a questo proposito anni fa il compianto vescovo di Udine, mons. Alfredo Battisti mi rilasciò una video-intervista (presente anche in Youtube) nella quale sintetizza il messaggio che la Madonna diede ai friulani nel 1855 tramite la piccola Tersa Dush durante le apparizioni a Porzus:
1) Non bestemmiare il Signore.
2) Fare penitenza perché si recuperi il valore morale e spirituale del popolo friulano.
3) Si santifichi la festa “Lant a messe la Domenie” per convertire il cuore con la parola di Dio.

Pier Angelo Piai