“Le ultime parole di Gesù furono: “Padre, perdonali
perché non sanno quello che fanno.” Questo fu il miracolo più grande:
il corpo sta soffrendo, Gesù sta morendo, eppure è ancora colmo
d’amore. Nel momento in cui venne crocefisso, dimostrò di essere il
figlio di Dio, perché la sua compassione rimase pura.
Non fu possibile distruggere la sua compassione, né distruggere la sua
preghiera, non siete riusciti a distruggere il suo cuore.”

(Osho)

Innanzittutto è già un miracolo la sussistenza di una fede nell’uomo-Dio Gesù, il quale è nato da una famiglia povera di un paese sconosciuto ai margini dell’impero romano, è vissuto poveramente senza alcun possedimento o dimora fissa, ed è morto in modo così infamante. Ma dopo è risorto, come aveva promesso.

Dopo duemila anni Gesù Cristo è ancora il punto di riferimento di miliardi di seguaci.
Ma quello che più colpisce è la sua morte cruenta e nello stesso tempo l’incredibile amore per l’umanità dimostrata in quella frase: “Padre, perdonali
perché non sanno quello che fanno.”

Ecco il punto focale della situazione. Prodigi e miracoli potrebbero essere anche messi in discussione, le parole e i fatti, anche se di una profondissima saggezza, sono contenute in modo frammentario in altri credi religiosi.
Ma il fatto unico che più ci dona la percezione della sua origine divina è proprio il perdono concesso agli uomini che lo stavano terribilmente torturando e sbeffeggiando. Quale uomo comune in quella situazione avrebbe davvero pronunciato simili parole?

Proviamo seriamente ad immedesimarci in quella situazione: appeso ad una croce, con le mani ed i piedi forati, il corpo piagato dal dolorosissimo flagello romano, la testa torturata dagli aculei della corona di spine, il popolo da lui beneficato che stava a guardare ed a insultare…gli amici discepoli scappati, una immensa solitudine esistenziale (Dio mio, Dio mio , perché mi hai abbandonato?).

Quelle parole “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno” è la massima rivelazione della sua divinità. Solo Dio – Onnipotente amore, avrebbe potuto pronunciarle in quei terribili frangenti.

Pier Angelo Piai