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E’ importante che noi rispondiamo a questa domanda che non è scontata: “perché altrimenti il parroco non lo ammette alla prima confessione o comunione”; “altrimenti che cosa dirà la gente”; “perché bisogna farlo”. Con queste risposte insufficienti si evita di rispondere alla vera domanda: “qual è il vero bene per la tua creatura e a che cosa serve la fede cristiana?”.

Ma i bambini hanno bisogno della fede? La fede è una componente della persona come lo è il pensiero. E’ confermato dall’esperienza: della fede non si può fare a meno. Chi non crede in Dio, crede in qualcos’altro, nella libertà, nella giustizia, nell’amore, nell’uomo. Oppure crede in Se stesso, nel potere, nei soldi, nel successo.

Diversi sono i bisogni fondamentali del bambino: dapprima i bisogni fisici, dal nutrimento al vestiario, alla conoscenza, al movimento ecc.
Deriva poi, il bisogno di amore e senso di appartenenza: cioè il sentirsi amati in un ambiente che aiuta a maturare serenamente in seno alla propria famiglia e alla propria comunità.
Importante per un bambino è sentirsi stimato perché così forma una forte immagine di sé. In mancanza di questo il bambino si rivolgerà a se stesso e agli altri in modo distruttivo.
Infine bisogni superiori: se i bambini saranno aiutati a percorrere anche questi itinerari della bontà, della verità, della bellezza, della vita, si risveglierà in loro la vita spirituale e cominceranno a sentire un forte senso e significato della vita.

E’ possibile a questo punto portare i figli al vertice della scala, facendoli sentire figli prediletti di Dio. In questo momento la fede cristiana è veramente originale perché è unica nel concepire la bellezza, la grandezza, il valore assoluto della vita.

La vita è dono di Dio Creatore, valore fondamentale che porterà al rispetto massimo di sé e degli altri.
Non ha alcun senso privare i figli del vertice di questa scaletta. I genitori pertanto non possono limitarsi a “mandare” i figli al catechismo e alla vita della Chiesa. Più deleterio ancora è barattare banalmente l’ora di catechismo con altre attività dilazionabili nel tempo. Il messaggio che ne esce è disarmante e contradditorio.

La fede è dono di Dio ma passa attraverso i genitori.

Don Gianni

L’adolescenza un mondo da scoprire

Come in tutte le fasi di passaggio, anche nell’adolescenza ci sono dei cambiamenti che determinano difficoltà e paure. Difficoltà a riconoscersi e ad accettare un corpo che non sempre piace in quanto deve ancora raggiungere un suo equilibrio ed una sua armonia. Paura di essere incapaci di rispondere a questi mutamenti e alle attese degli adulti.

E’ tipico di questa età un senso di insicurezza e di inadeguatezza così come l’incertezza nelle decisioni.
Ora si scopre il piacere di pensare in modo autonomo e indipendente e di confrontarsi con gli altri.
E’ per questo motivo che durante l’adolescenza per noi ragazzi sono molto importanti punti di riferimento come gli amici e la famiglia a cui poter chiedere consigli e rimedi. Con gli amici passiamo la maggior parte della nostra vita perciò entrare in un gruppo e sentirsi accettati dagli altri è di vitale importanza.

Gli amici hanno un ruolo fondamentale perché ti danno sicurezza quando ti trovi in difficoltà e perché, avendo gli stessi tuoi problemi, comprendono la tua situazione.
La famiglia ti sostiene psicologicamente e materialmente, è per questo che rappresenta un punto di riferimento fondamentale nella vita di un’adolescente.

Infatti anche se spesso ci sono discordie tra genitori e figli, le persone che ti hanno messo al mondo sono sempre presenti qualsiasi sia il tuo sbaglio o il tuo enorme problema.
La famiglia ti aiuta e tu aiuti la famiglia, lo scambio è biunivoco perché come la famiglia ti sostiene tu le darai qualcosa, piccolo o grande che sia, per ricambiare il suo amore. Le prime decisioni più importanti spesso le facciamo solo perché sappiamo che c’è la nostra famiglia a sostenerci, può aiutarci a decidere il nostro futuro, il quale diventerà veramente nostro quando essa non avrà più un ruolo attivo con noi.
A quel punto il futuro lo costruiremo noi e presto ne saremo consapevoli.

La Chiesa in questo dinamico contesto, interrelazionale contribuisce a stabilire dei limiti morali e a indicare la giusta strada del futuro.
Sarà la Chiesa una delle costanti irremovibili del mondo in continuo cambiamento e noi giovani dovremo fare tesoro dei suoi insegnamenti.

Un gruppo di ragazzi.


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Una ragazza affronta la vita

Voglio vivere fino in fondo; sfruttare ogni possibilità che il destino porrà sulla mia strada; divertirmi; ridere, per non piangere, del mondo in cui viviamo.
Un mondo intriso da mille problemi, dalla tossicodipendenza dalle prostituzione, al lavoro minorile;un mondo popolato da molti giovani che sono poco interessati e partecipi alle questioni planetarie.

Noi viviamo in una società consumistica che spinge a comprare tutto quello che è proposto e ad accettare ogni cosa pubblicizzata senza un minimo di critica.
I primi a cascare in questo circolo vizioso siamo soprattutto noi giovani che forse pensiamo più alle cose materiali che a sentimenti universali come la solidarietà, l’umiltà, il rispetto.
I più giovani non vogliono, o forse non hanno il coraggio di affrontare la realtà che li aspetta: il mondo adulto. Oggi si pensa a divertirsi, ridere e scherzare e alle responsabilità che ci aspettano si da poco conto.

“Per adesso sto bene così, poi si vedrà” rispondono molti giovani che di diventare grandi hanno poca voglia.
Lo ammetto, anche a me fa comodo avere la cena pronta, la camicia stirata, il letto fatto e mille altri agi di cui godo, però cerco sempre di non prendere vizio di tutte queste comodità, che forse a molti di noi vengono offerte troppo spesso.
Essere giovani in questo periodo è difficile perché tutti ti continuano a ripetere “il futuro sei tu” e non so se siamo veramente pronti ad assumerci questo doveroso e importante incarico perché novità e svaghi ci attirano troppo spesso.

V.