dal Messaggero Veneto del 21/02/03

Cividale. Concluso il primo lotto di lavori alla basilica di S. Maria Assunta, ma monsignor Genero sollecita altri interventi
L’arciprete: «Salvate il duomo»
Serve un’opera di ristrutturazione alla cripta, al coro e al campanile


«I lavori conclusi nelle sagrestie e negli archivi risultavano i più impellenti – spiega monsignor Guido Genero (nella foto) – il duomo, però, ha bisogno di una serie costante, ininterrotta di interventi, altrimenti lo perderemo». Per poter fruire al meglio dell’intero complesso saranno d’obbligo almeno tre ulteriori lotti, che dovranno interessare l’interno della basilica, la cripta, la corte e i locali che ospitano il museo cristiano.

Anche il campanile richiederebbe un folto numero di opere di riassetto. Vorremmo, inoltre, poter finalmente esporre il tesoro del duomo. Il problema è la carenza di fondi: nel ’98 abbiamo ottenuto dalla Regione due miliardi di vecchie lire, che ci hanno consentito di procedere con il primo lotto, ora servirebbero nuove, ingenti risorse. Abbiamo un’enorme necessità di aiuti per poter rendere ai cividalesi, nella sua completezza, un bene che viene ammirato ogni anno da decine di migliaia di visitatori».

Un discorso analogo riguarda le altre chiese presenti in città. «Recentemente – sottolinea l’arciprete – sono stati individuati addirittura 155 capitoli di restauro». Nell’attesa che sovvenzioni vengano concesse al più presto, c’è soddisfazione per l’esito dell’intervento ormai ultimato. Sono stati impiegati due anni, per portarlo a compimento: i cantieri erano stati allestiti alla fine del maggio 2001, e saranno completamente rimossi entro Pasqua.

«È stato un lavoro molto complesso – commenta il monsignore – perché si è dovuto salvare la struttura facendo ben attenzione a mantenere intatte pietre e dipinti antichi». I vani annessi al duomo, adesso, sono perfettamente risanati. È stata rifatta la copertura, e del tutto nuovi risultano gli impianti di illuminazione e riscaldamento.
Lucia Aviani
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CIVIDALE. Un forte monito alle istituzioni pubbliche, e un appello all’attenzione, all’interesse verso le sorti del patrimonio comune, nei confronti della collettività: a breve distanza dalla “restituzione” alla comunità dei fedeli e all’intera cittadinanza degli spazi del duomo sottoposti, negli ultimi due anni, a delicate opere di salvaguardia strutturale, restauro e ripristino funzionale, l’arciprete di Cividale lancia un grido d’allarme per le sorti della basilica di Santa Maria Assunta.
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CIVIDALE
archivi


CIVIDALE. Tra appena qualche settimana i locali annessi al duomo, ovvero le sagrestie e gli archivi, saranno nuovamente fruibili. Le opere di salvaguardia e di ripristino eseguite con il primo lotto di lavori, che ha richiesto un paio d’anni di attività, risultavano urgenti: infiltrazioni d’acqua, copertura disastrata e varie “eredità” del terremoto del ’76, alle quali non si era mai riusciti a rimediare, avevano messo a rischio la stabilità della struttura. Negli anni ’90 erano state effettuate alcune riparazioni, ma solamente nel ’98 arrivò l’atteso contributo regionale – due miliardi di vecchie lire – che consentì di avviare l’iter per la realizzazione dell’intervento. Ora, la copertura e gli impianti di illuminazione risultano completamente nuovi. È stato predisposto, inoltre, un impianto di riscaldamento.

«Bisogna far molta attenzione – precisa monsignor Guido Genero – a mantenere sempre la temperatura giusta, per non compromettere la conservazione del materiale che si trova in archivio». Il patrimonio archivistico del duomo è immenso, e riveste, a livello nazionale, un’importanza notevole: oltre un milione di fogli, datati dal 1200 in poi, 250 pergamene di recente restaurate, oltre 5 mila opere musicali. Gli archivi sono ubicati al primo piano, insieme al quarto, preziosissimo, corpo dei paramenti liturgici. A beneficio degli studiosi è stata creata una sala di consultazione, dotata di supporti informatici.

Al pianterreno, invece, sono tornate all’antico splendore la prima sala (il “coro invernale dei canonici”, restaurato sia nella parte muraria che in quella lignea), la seconda, uno dei luoghi più antichi del duomo, e la terza, la sala affrescata del Capitolo. «Nella seconda stanza in cui è stato restaurato anche l’affresco del soffitto – precisa il monsignore -, si terranno le vesti dei ministranti. Per quanto riguarda la terza, i cui affreschi sono stati perfettamente risanati, sarà usata per riunioni, preghiere, musica, piccole conferenze. Nel passaggio tra le sale, è stata posizionata la nuova centrale di comando per tutte le luci e gli impianti del duomo: disponiamo, così, di un “sistema“ molto più funzionale e sicuro rispetto al passato». (l.a.)