dal Messaggero Veneto del 6/05/2002

VIAGGIO NELLE PARROCCHIELa comunità di via Polonia è stata istituita nell’aprile del 1959
«In troppi vanno dai maghi»
Madonna di Fatima, don Luigi Bernardis: «Si cerca altrove un senso alla vita»


«Bisogna dare un senso alla propria vita e i miei parrocchiani lo fanno: una stretta minoranza si rivolge a Dio, altri pensano soltanto al lavoro e non manca chi si affida alle parole dei due maghi operanti in zona». Con una punta di malcelata ironia, il parroco di Madonna di Fatima, don Luigi Bernardis, osserva un calo dell’interesse spirituale da parte degli abitanti nel territorio della parrocchia, a favore di altre “soluzioni” capaci di dare una svolta alla propria esistenza. Prime fra tutte la ricerca spasmodica di una soddisfazione economica e le arti occulte connesse al mondo della superstizione.

Don Luigi Bernardis – che regge la parrocchia (istituita nell’aprile del 1959) dal 27 marzo 1966 – confessa di non credere che per attirare più gente la Chiesa debba farsi promotrice di altre attività parallele. «Una volta – spiega – lo pensavo anch’io, ma in 36 anni che sono qui mi sono accorto che non è vero. In parrocchia ci sono vari campi sportivi, quattro di tennis, una pista di pattinaggio, un campo di pallacanestro, diversi giochi per i bambini: però tutto questo non porta in chiesa. Sono scettico – ammette ancora il sacerdote – sul fatto che sia davvero utile organizzare, per esempio, campeggi, sagre o iniziative simili, che possono essere benissimo portati avanti da altri».
«Ora – informa sempre don Bernardis – è al vaglio della Curia un progetto riguardante la realizzazione della discoteca cattolica. Probabilmente si vuole in questo modo implementare il numero di giovani che frequentano la chiesa.

A mio avviso, però, l’azione della Chiesa, intesa come guida per un percorso spirituale, deve rimanere assolutamente distinta dalle altre attività».
E dopo questa premessa il parroco sottolinea il suo compito, volto «a indirizzare le persone che chiedono di incontrare Dio».

Ma su circa 3 mila residenti nel territorio parrocchiale «soltanto il 10 per cento partecipa attivamente» e, escludendo chi fa riferimento ad altre parrocchie o chi per altri motivi non può prender parte con costanza alla vita religiosa, «un buon 80 per cento – secondo don Bernardis – dà importanza ad altre cose». Come detto, infatti, la gente preferisce dedicarsi ad altre attività e decide di credere a “idoli” diversi. «La natura umana – riprende il parroco – ha bisogno di rimettersi a un qualcosa che dia un valore alla propria vita.

Per chi non si lascia guidare dalla fede, si rende necessaria un’alternativa. Molti parrocchiani puntano tutto sul lavoro, pensando sia importante il fattore economico, altri, invece, ritengono indispensabile credere ai ragionamenti occulti e alle superstizioni di due “chiromanti” che operano nel quartiere. Ma le scelte possono essere ancora altre».

Oltre alle ricorrenze previste nel calendario liturgico, in parrocchia si festeggia la consacrazione della chiesa (avvenuta il 7 dicembre 1969) in concomitanza con l’8 dicembre (festa dell’Immacolata). Il 13 maggio, poi, è la volta della commemorazione della Madonna di Fatima, con rinfresco e musica per tutti. Infine, si organizza la Veglia pasquale dove, per l’occasione, si celebrano battesimi per immersione.

Laura Pigani