– “Da parecchi anni il paese di Sanguarzo accarezzava l’idea di venir eretta a Vicaria indipendente. Per un certo riguardo a rev.do parroco dei Santi Pietro e Biagio di Cividale, sac. A. Basso, deceduto nei primi giorni della liberazione straniera, non aveva inoltrata alcuna pratica all’Ordinario Diocesano per ottenere quanto da tempo desiderava. Dilazionare tale desiderio era motivato sia per una venerazione , sia per la dedizione con cui il parroco si era prodigato per l’assistenza spirituale della comunità di Sanguarzo.
– “A seguito della morte del parroco più che mai si fece viva la volontà di creare le modalità tali per una propria indipendenza dalla parrocchia dei Santi Pietro e Biagio. Convocati i capi famiglia, si nominò una Commissione, che presentasse all’Arcivescovo le proprie aspirazioni.
– “In data 6 settembre 1920 fu presentata a S.Ecc. Mons. A. Rossi la seguente lettera:

– A Sua Ecc. Rev. e Ill.ma
– Mons. Arcivescovo di UDINE

– I sottoscritti rappresentanti dei capi famiglia di Sanguarzo e dai medesimi eletti nell’assemblea del 5 settembre 1920, innalzano a S.Ecc. Rev.ma umile preghiera per ottener che la Cappellania di Sanguarzo venga eretta in Vicaria e ciò allo scopo di procurare l’assistenza religiosa più completa per il maggior bene morale alla numerosa popolazione, la quale rappresenta il centro numericamente più importante della Parrocchia. Questo provvedimento appare opportuno anche a motivi della comune aspirazione del popolo, che spera così di essere possibilmente assecondato per riguardo alla sua religiosità, così non potrebbe essere contraddetto senza danno nella fede e nella moralità.
– Affinché la supplica venga più facilmente accolta, la popolazione si dichiara fin d’ora disposta ad osservare per l’avvenire quei rapporti verso l’autorità parrocchiale nelle funzioni religiose che l’Autorità Ecclesiastica piacerà di stabilire: soltanto crede doveroso, in quanto a gravezze economiche, di far presente che la frazione di Sanguarzo si assume già un impegno relativamente molto considerevole obbligandosi a prestare da sola un emolumento sufficiente al proprio Vicario, e perciò spera che anche la popolazione della parrocchia, potrà da sola, senza speciali imposizioni alla frazione di Sanguarzo, concorrere sufficientemente per il decoroso sostentamento del proprio parroco.
– Nella fiducia che S.Ecc. Ill.ma e Rev.ma abbia ad accogliere benignamente la presente supplica presenta i devoti ed umili ringraziamenti e reverenti baciano l’anello.

– Sanguarzo, 6 settembre 1920

– I rappresentanti dei capi-famiglia

– Cicuttini Giuseppe fu Antonio
– Boscutti Pietro
– Lesizza Sebastiano
– Pittioni Francesco

– “Sua Ecc. l’Arcivescovo accoglie l’istanza e promette di studiare la questione e decidere in merito. Frattanto viene nominato Parroco dei Santi Pietro e Biagio il rev.do sac. Giovanni Comuzzi e nulla è deciso per Sanguarzo.
– “Il novello Parroco, fatto ingresso nella parrocchia, pensa di fare altrettanto nella filiale ed il 21 agosto 1922, sebbene conoscesse che a Sanguarzo si era tutt’altro che disposti riceverlo, mandò un avviso al cappellano di Sanguarzo ch’egli sarebbe venuto a celebrare la Santa Messa, quale parroco. I paesani non la pensavano così e purtroppo presero una cattiva decisione: ostacolare la venuta del Parroco. A nulla giovarono le esortazioni del cappellano. Gli animi erano talmente eccitati, che non ascoltarono ragione, anzi obbligarono il cappellano a starsene in canonica. Costoro cinsero di reticolati e filo spinato le adiacenze della Chiesa per impedirne l’ingresso. Il rev.do Comuzzi, venuto a conoscenza della situazione, fece sapere che aveva rinunciato alla venuta in Sanguarzo per la celebrazione della Santa Messa.
– “A tranquillizzare gli animi venne Sua Ecc. Mons. Arcivescovo, il quale con il decreto in data 19.12.1922, n. 3364, erigeva la Cappellania di Sanguarzo a Vicaria indipendente.
– “Con tale decreto ebbe fine ogni questione e animosità. Il 5 marzo 1923 veniva nominato Vicario il sac. Giuseppe Fedeli.
– “Il giorno 26 febbraio 1925, il Vicario don Giuseppe Fedeli partì da Sanguarzo, essendo stato trasferito nella Parrocchia di Santa Maria in Corte di Cividale e sacrestano del Duomo.
– “Sanguarzo 29 maggio 1925
– Assicurato Sua Ecc. Ill.ma a mezzo di Mons. Decano, can. Valentino Liva, che il Municipio di Cividale, con la cooperazione del popolo di Sanguarzo, in breve avrebbe provveduto per una abitazione propria del Vicario locale, l’Arcivescovo, Antonio Anastasio Rossi, emetteva il Decreto di Delegato Arcivescovile don Pietro Zamolo, che in data odierna veniva da Merlana, accolto festosamente e con pieno giubilo della popolazione. Tutto il paese era addobbato e le vie intersecate da frequenti archi con tricolore nazionale.
– Alla sera si recò in Chiesa, durante la funzione del mese di maggio, si presentò porgendo ai presenti il suo saluto e tratteggiando la missione sacerdotale.

– Per il Decreto Arcivescovile, con il quale Sanguarzo era eletta Vicaria, e per la venuta del sacerdote, don Pietro Zamolo, si cercò di adottare le usanze ed i riti di una vera parrocchia: così si svolsero le molteplici liturgie e le festività proprie del paese. Quando tutto sembrava procedere in tranquillità e serenità, una voce, come un lieve venticello, percorreva la comunità: “per certi atti burocratici, il Municipio non è in grado di assolvere il problema della casa canonica della Vicaria di Sanguarzo”.

– Così si legge nel libro storico della parrocchia:

– “La partenza del Vicario don Pietro Zamolo – 14 Novembre 1925.
– Oggi il rev.do sacerdote, don Pietro Zamolo, dopo aver dato il saluto e fatta conoscere l’incongruenza di averlo fatto venire per sì poco tempo ad occupare questo posto della Vicaria di Sanguarzo: non essendo espletate le pratiche col Municipio di Cividale per la consegna dei denari sussidio e del locale per la provvista della casa canonica di Sanguarzo, non avendo la popolazione data garanzia ai compratori del locale da adibirsi a canonica, non essendo possibile, per ragioni familiari, prolungare la permanenza del sacerdote nella casa ove finora esso si trova in affitto, il suddetto sacerdote deve abbandonare, tra il compianto generale della popolazione, per mancanza di alloggio, la Vicaria di Sanguarzo e portarsi ad occupare altra destinazione, trasportando seco la sua povera madre quasi moribonda”.


– Vicaria vacante

– Dal 14 novembre 1925 al 20 aprile 1926 prestò servizio religioso il rev.do sacerdote Giovanni Suddici da Cividale, in qualità di Delegato Arcivescovile, con uno zelo veramente encomiabile, sopportando disagi di ogni sorta per la puntualità alle sante funzioni e per l’assistenza agli ammalati. Il paese in segno di riconoscenza il 27 giugno 1926 gli volle offrire una pergamena opera dell’artista Luigi Bront di Cividale.


– Il Nuovo Vicario

– Trasferito da Osoppo, il 20 aprile 1926 giunse in paese il nuovo Vicario, sac. Fabio Donato. Il paese è in festa e con archi e con manifesti, bandiere, scampanii cerca di esternare la propria soddisfazione nel riavere finalmente in mezzo a sé un sacerdote fisso.

– La comunità parrocchiale procedeva secondo i ritmi liturgici e le festività proprie di Sanguarzo. In seguito a sollecitazioni e con interventi anche un po’ forti, il 19 gennaio 1930, presso il dott. GioBatta Mattana, notaio di San Pietro al Natisone, i fabbriceri Dini Bernardino, Jussig Giuseppe e Pittioni Felice, ricevono in consegna la nuova abitazione del Vicario, quale dotazione della Fabbriceria. La spesa totale, benchè non completa, sostenuta per detta opera, fu di £ 44.300, comprese le £ 9.900 del Comune.


– Lotta ai circoli

– La sera del giorno del “Corpus Domini” del 1931, il Maresciallo dei R.R.C.C. di Cividale si presenta al Vicario Curato per sequestrare quanto appartiene al Circolo Giovanile, e ciò a seguito di un Decreto Ministeriale che colpiva nel più profondo del cuore i sentimenti più cari dei cattolici italiani. Furono consegnati tutti i registri ed il Vicario fu costretto a consegnare anche i libri dei conti, il testo di religione. La bandiera poté essere nascosta a tempo.
– Fortunatamente in questo paese non si ebbero altri guai all’infuori di un po’ di apprensione per larvate minacce di aggressione e di spedizioni che non avvennero.
– Alla fine del mese di settembre, stabilita la pace con i nuovi accordi tra la Santa Sede ed il Governo Italiano, ogni cosa fu restituita nei primi giorni di ottobre e si riprese la vita organizzativa con nuovo vigore.
– Un tale fatto portò a determinate soluzioni, anche in campo pastorale e associativo. Dopo 21 anni di ottimo funzionamento, la Cassa operaia del piccolo risparmio di Sanguarzo ha chiuso i suoi sportelli. Le nuove disposizioni di legge imponevano imposte assai rilevanti ed insostenibili per una collettività come quella di Sanguarzo. Per le medesime ragioni l’Asilo, che aveva meritato dopo tanti anni lusinghieri elogi, il 12 ottobre 1931, venne definitivamente chiuso.


– La partenza del Curato

– “Dopo undici anni di permanenza a Sanguarzo quale Vicario Curato, don Fabio Donato lascia il paese il 12 dicembre 1937 per recarsi a Varmo, quale parroco e Vicario Foraneo. La sua partenza ha prodotto un senso di stupore e di profondo dispiacere in tutta la popolazione.
– “Don Fabio Donato ha legato il suo nome al paese di Sanguarzo, che lo avrà sempre in benedizione, per la costruzione della Chiesa, compiuta con tanti sacrifici. Sacerdote zelante attese con cura ed abnegazione all’Azione Cattolica e alla formazione cristiana dei fedeli. Al suo successore lascia altri compiti da portare a termine, nella fiducia che i suoi voti verranno realizzati.
– “In attesa della venuta del nuovo Vicario Mons. Giovanni Petricig, canonico di Cividale, nelle domeniche celebra la Santa Messa a Sanguarzo coadiuvato dal sac. Giovanni Suddici.


– Ingresso del nuovo Vicario

– “Il 30 gennaio 1938 giungeva a reggere la Vicaria di San Giorgio Martire il rev.do sac. don Terzo Zanini, proveniente da Paradiso di Torsa (Pocenia).
– L’ingresso fu più che mai solenne. Accompagnato da mons. Valentino Liva Decano di Cividale, il nuovo Vicario giungeva in paese alle ore 11. Ad attenderlo si trovavano i rev.di sacerdoti don Leone Mulloni, parroco di Faedis e nativo di Sanguarzo, don Giuseppe Vanon, vicario di Cerneglons, don Domenico Menossi, Vicario di Bottenicco, don Pietro Qualizza, cappellano di Vernasso e tutta la popolazione. Giunto in piazza, il geom. Mario Narduzzi gli porse un breve indirizzo di felicitazioni e auguri di buon apostolato. La bambina Mulloni Rosalinda gli presentò un mazzo di fiori.
– All’ingresso della chiesa, la cantoria locale, diretta dal sig. Giuseppe Boscutti, eseguì il ‘Tu es Sacerdos’. Immediatamente seguiva la Santa Messa solenne.
– Al vangelo Mons. Valentino Liva con nobili parole presentò alla popolazione il nuovo Vicario, augurando lungo e fecondo apostolato. Don Terzo Zanini dopo aver ringraziato la popolazione per la cordiale e sentita accoglienza, rivolgeva la sua prima parola tracciando in breve il programma del suo apostolato.
– Al pomeriggio, dopo il canto dei Vesperi solenni, venne cantato il ‘Te Deum’ di ringraziamento”.


– Sanguarzo: Parrocchia

– “In data 1° ottobre 1940, la Vicaria di Sanguarzo veniva retta a Parrocchia dall’Autorità Ecclesiastica. Al nuovo e primo parroco, don Terzo Zanini, in tale data furono inviati i decreti civile ed ecclesiastico. Con tale Decreto venne soppressa la Parrocchia dei Santi Pietro e Biagio di Cividale del Friuli.
– Il testo del Decreto Ecclesiastico:

– N. 219 P.R.

– GIUSEPPE NOGARA
– Arcivescovo della Chiesa Metropolitana di Udine

– Aderendo alee ripetute istanze dei fedeli di Sanguarzo, il nostro ven. Antecessore, con decreto n. 3364, in data 19 dicembre 1922, smembrava la filiale di Sanguarzo dalla parrocchia dei Ss. Pietro e Biagio e la erigeva in Vicaria indipendente.
– – Ora attesa la necessità di una sistemazione della cura d’anime, come pure lo sviluppo avuto a Sanguarzo in questi ultimi tempi;
– – Considerato che la popolazione del luogo con ammirabile sacrificio ha recentemente provveduto alla costruzione di una nuova e bella Chiesa;
– – Uditi a norma del can. 1428 gli interessati, come pure il Rev.mo Capitolo Metropolitano di Udine;
– – Valendosi anche di speciali facoltà avute dalla Sacra Congregazione del Concilio con Ven. Rescritto Nà 1691/38, in data 1 febbraio 1938;
– – A maggior gloria di Dio ed invocato l’aiuto dello Spirito Santo:

– DECRETIAMO
– 1° La Vicaria indipendente dal titolo di S. Giorgio Mart. di Sanguarzo viene eretta PARROCCHIA
– 2° il beneficio parrocchiale, già del titolo dei Santi Pietro e Biagio di Cividale del Friuli, parrocchia da Noi soppressa con il Nostro Decreto N° 216 P.R., in data 29 marzo 1938- Alleg. A, viene trasferito con tutte le sue attività e passività, Alleg. B, alla Parrocchia di Sanguarzo si eccettua la Casa Canonica, … che rimane alla Chiesa dei Santi Pietro e Biagio.
– …
– Udine, dalla Nostra Residenza, addì 30 marzo 1938.

– f. GIUSEPPE NOGARA
– Arcivescovo di Udine
– Il testo del Decreto Civile:

– VITTORIO EMANUELE III
– – Visto il Decreto dell’Arcivescovo di Udine in data 29 marzo 1938, N. 216 P.R.;
– – Vista l’istanza diretta ad ottenere il riconoscimento agli effetti civili del Decreto suddetto;
– – Visti gli articoli 4 della legge 27 maggio 1929, N. 848,7 del Regolamento approvato con R. Decreto 2 dicembre 1929, N. 2262 e 46 del Regolamento approvato con R. Decreto 29 gennaio 1931, N. 455;
– – Udito il parere del Consiglio di Stato;
– – Sulla proposta del Capo del Governo, Ministro dell’Interno

– ABBIAMO DECRETATO E DECRETIAMO

– è riconosciuto agli effetti civili il Decreto dell’Arcivescovo di Udine in data 29 marzo 1938, N. 216 P.R., con il quale sono state soppresse le parrocchie di S. Giovanni in Xenodocchio, di S. Maria di Corte e dei Santi Pietro e Biagio tutte in Comune di Cividale del Friuli, sono state assegnate le relative Chiese, come succursali, alla parrocchia di S. Maria Assunta (Duomo), e sono state devolute le relative dotazioni beneficiarie alle parrocchie di nuova istituzione di S. Maria e Mauro in Purgessimo, di S. Marco in Rubignacco e di S. Giorgio in Sanguarzo, nello stesso Comune di Cividale del Friuli.
– Ordiniamo che il presente Decreto, munito del Sigillo dello Stato, sia inserito nella Raccolta Ufficiale delle leggi e decreti del Regno d’Italia, mandando a chiunque spetti osservarlo e di farlo osservare.
– Dato a Roma il 12 maggio 1939
– f. Vittorio Emanuele”

– Registrato alla Corte dei Conti addì 20 giugno 1939, Re. N. 410, Fol. N. 68.
– f. Mancini

– – In data 12 novembre 1940, alle ore 10.30 nel Palazzo Arcivescovile, don Terzo Zanini ebbe l’investitura canonica del beneficio parrocchiale di Sanguarzo, data da S. E. Mons. Giuseppe Nogara, Arcivescovo di Udine.
– La Seconda Guerra Mondiale

– Con la dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940, tante famiglie si sentivano orfane per la partenza dei propri cari: mariti, figli, fratelli … La comunità cristiana si univa in preghiera, seguendo l’esortazione del Papa Pio XII, Eugenio Pacelli, per implorare da Dio di liberare il mondo da un tale flagello. Le notizie dai fronti di guerra non erano foriere di pace, ma di avvenimenti sempre più dolorosi. È sufficiente ricordare la battaglia del Don e il fronte greco per avere una pallida idea dei dolori che soffrivano le famiglie per la perdita dei loro cari.
– Ecco alcune parole pronunciate dal parroco, don Terzo Zanini, a proposito: “Viviamo ore di passione! Quante madri in duolo, quante lacrime ed angosce! Ore di passione per la Patria che vive la più tragica pagina della sua storia. Gravi avvenimenti si sono succeduti, si succedono ancora ad insanguinare ed oscurare la già travagliata vita del paese. L’animo nostro sanguina sotto l’assillo della sventura che si aggiunge alle già gravissime prove esterne ed interne della patria. Superare la prova è dovere di tutti. Come? Con l’unità dei cuori, degli animi in una grande crociata di vicendevole incoraggiamento, di generosa carità. Dall’animo cristiano delle popolazioni deve sgorgare la forza e la convinzione del tesoro che si può trarre da queste ore di dolore …
– Coraggio, vi dice il vostro parroco, fiducia illimitata in Dio e nella Vergine Madre. Nelle vostre famiglie si elevi ogni sera il Santo Rosario…
– In questi tempi eccezionali siate prudenti nel discorso, nell’espressione, nelle azioni per evitare disgustosi fatti che aggravino la situazione in cui ci troviamo.
– Ascoltiamo tutti la voce della Chiesa che continuamente ci richiama al dovere, al sacrificio”.

– 22 marzo 1945: Per ordine del Comando tedesco, i degenti della Casa di riposo di Cividale sono stati costretti ad abbandonare l’ospizio. Le 35 persone, per la maggior parte donne, sono state costrette a riparare nel locale della Scuola Elementare di Sanguarzo.

– 23 marzo 1945: Verso le 4.30, alcuni caccia bombardieri, avendo avvistato automezzi tedeschi, eseguirono a bassa quota ripetuti mitragliamenti dal Ponte S.Quirino a Sopravilla. Non si sono lamentate vittime. Lo spavento fu generale. Si rilevarono danni assai rilevanti in certe case.

– 2 aprile 1945: La notizia della morte di Pittioni Alfredo avvenuta in località di Grappa-Piedimelze il 23 marzo 1945, ha prodotto in paese grande dolore.
– In precedenza giunse al parroco la seguente comunicazione: .
– La salma giunse a Sanguarzo verso le ore 9 del mattino del 2 aprile. L’accompagnava il Cappellano militare con Ufficiali e truppa. Alle ore 15, del medesimo giorno, la salma venne portata in Chiesa dai suoi compagni di classe e furono celebrate l’esequie. Dopo di che il lungo corteo si diresse verso il Cimitero. Il parroco rivolse commosse parole di circostanza e concludeva:
– “… ricordati di noi tutti. Vicino alla tua mamma, prega per il tuo indimenticabile babbo, per le tue amate sorelle, per il tuo piccolo fratello, prega per tutti noi. Ave, anima benedetta, riposa in pace. Addio!”
– Il giorno tre aprile venne celebrata una solenne ufficiatura a suffragio della sua anima.

– 27 aprile 1945: durante la notte squadre di partigiani discendono dai monti per occupare Cividale. Sanguarzo è presidiata da squadre partigiane. I tedeschi, respinti i partigiani, sottopongono certe zone della città a controlli militari allo scopo di catturare forze nemiche. Circa trecento persone sono trasferite in caserma. In questa situazione così difficile, intervenne mons. Valentino Liva. Per l’esperienze acquisite già nel periodo dell’invasione 27 ottobre 1917 – 4 novembre 1918, e per la grande stima di cui godeva anche presso il comando tedesco, si reca presso il comando stesso. Il colloquio si protrae per ore. La liberazione dei prigionieri è ottenuta. Il giorno seguente, a gruppi, vennero rilasciate tutte le persone1.
– 28 aprile 1945: Cividale è blindata. In Sanguarzo si nota un via vai di partigiani. La popolazione rimane in casa. Al Ponte S. Quirino vengono uccisi quattro uomini e due donne cosacche. I loro corpi vengono gettati nel fiume Natisone.

– 29 aprile 1945: Dopo le ore 17, una compagnia di tedeschi, prima in bicicletta e poi coi carri armati, in numero di cinque, irrompono in paese seminando terrore e morte. I feriti sono: Cicuttini Luigi, Liva Gino, Fornasari Alceo (Leo) da Manzano e il signor Deganutti Alfonso, anche se non ferito gravemente rimane a casa. Strazzolini Mario, Gravemente ferito, cessa di vivere mentre viene trasportato all’Ospedale di Cividale. Le ore tragiche vissute da tutta la popolazione difficilmente saranno dimenticate.
– Nota: tutto quello che avvenne in paese poteva essere evitato se i partigiani avessero ascoltato la parola del parroco. Erano stati consigliati a nascondersi in modo da non attirare l’attenzione dei tedeschi in ritirata. Parole non accolte. Durante i combattimenti il parroco si recò subito in casa di Comugnero, dove si trovava Mario Strazzolini, amministrandogli i sacramenti. Morì alla sera del medesimo giorno.

– 30 aprile 1945: Ore 18, coprifuoco! Per le vie e per le strade agitazione per gli avvenimenti precipitanti. La popolazione è in grande timore per ciò che i tedeschi avrebbero fatto nella ritirata. Le donne del paese vengono in canonica a domandare se i tedeschi sarebbero venuti per un rastrellamento. Tutti gli uomini e i giovani sono ritirati nei boschi. Il parroco risponde alle donne che ciò non risulta.

– 1 maggio 1945: Alle ore 9 del mattino una lunga colonna di soldati tedeschi in ritirata transita silenziosa in paese. Nessun incidente! Solamente al Ponte S. Quirino, per aver trovato la strada minata, i tedeschi per rappresaglia, prelevano 50 uomini di ogni età e li conducono fino a Caporetto.
– I tedeschi rimasti a Cividale, verso le ore 10 si arrendono ai partigiani. Prima del passaggio della colonna di soldati tedeschi, l’aviazione inglese sorvola il paese.
– Alla sera, con un automezzo, viene trasferita a Sanguarzo la salma di Mario Strazzolini. Il parroco si reca in famiglia per impartire la benedizione alla salma. Il tempo è piovoso. I partigiani inquadrati transitano per il paese cantando inni di gioia. I tedeschi se ne erano andati, sono le prima ore di libertà.

– 2 maggio 1945: Alle prime ore dell’alba, fanno il loro ingresso i partigiani, sia quelli con il fazzoletto rosso, verde e anche quelli con certe tute color scuro. Quest’ultimi occupano il Municipio e altri locali pubblici. Gli altri sono in attesa degli alleati. Alle ore 10 fanno ingresso le avanguardie alleate, inglesi, polacchi, fra il tripudio della popolazione. Sanguarzo è imbandierata. Le campane suonano a distesa. È il giorno tanto atteso. Per tutta la giornata continua il passaggio delle truppe dell’VIII Armata che sorridono e rispondono al saluto della popolazione schierata lungo la strada.
– Alle ore 15.00 si svolgono i solenni funerali di Mario Strazzolini con la partecipazione della popolazione e di partigiani. Nella chiesa si svolgono le esequie. In cimitero, prima della tumulazione, vengono espresse parole di circostanza sia dal parroco sia dall’autorità.
– Nota: Mentre la popolazione di Sanguarzo attendeva nelle famiglia del defunto l’inizio del funerale, Liberale Giuseppe, imprudentemente, getta una bomba. Morandini Egidio rimane ferito ad un occhio e facilmente lo perderà.

– 6 maggio 1945: Al tramonto del sole, alcuni partigiani, capitanati da Liberale Giuseppe da Sanguarzo, irrompono nella casa canonica per prelevare il Maresciallo sig. Alfredo Appoleio. Viene sfondata la porta della camera del parroco. Ricerca inutile con danno alle porte.

– 7 maggio 1945: alle ore 16.30 la radio comunica la fine della guerra europea. Le truppe tedesche si arrendono agli Alleati e ai Russi e viene firmata la resa incondizionata.


– Ricordo dei Caduti in Guerra

– Dopo i primi entusiasmi per la riacquistata libertà la popolazione dovette riprendere il suo ritmo di vita. Le difficoltà non mancavano: gli agricoltori erano privi del necessario per riprendere l’attività agricola, gli operai rilevavano l’incertezza del lavoro. Ognuno cercava di poter sopravvivere. Così il tempo passava!
– Nelle festività di tutti i santi – 1 novembre 1945 – il parroco durante le celebrazioni delle Sante Messe e del Vespero fece presente la necessità di celebrare la Commemorazione dei defunti, e soprattutto il 4 novembre, quali momenti di preghiera per tutti i caduti delle guerre.
– Tutto il paese accolse l’invito ad onorare i cari caduti. Per una adeguata organizzazione la popolazione confidava nel Gruppo Alpini, che si era costituito nel 1938. Questo Gruppo, per onorare la memoria dei suoi iscritti caduti nella Campagna di Russia o sul fronte greco o in certe situazioni dopo l’8 settembre 1943, rimasto con alcune unità, si aggregò al Gruppo Reduci della Guerra del 1915-1918. Con spirito di vera fratellanza vennero organizzate le giornate della Commemorazione dei Defunti e del 4 novembre, che trascorsero in preghiera e in cerimonie, per ricordare i caduti di tutte le guerre. In tale circostanza il parroco sottolineò l’abnegazione di tanti caduti e il valore del loro sacrificio ed espresse l’augurio che la popolazione potesse un giorno realizzare un segno tangibile in onore di questi soldati che hanno difeso la patria.
– Dopo il rito, alcuni espressero soddisfazione per la proposta del parroco. L’idea cominciava già ad essere condivisa da tutti, ma la situazione economica del paese non ne consentiva l’immediata realizzazione. In questi anni iniziava l’emigrazione verso alcuni paesi d’Europa, dell’America, oppure in regioni d’Italia che offrivano migliori prospettive economiche e lavorative. Così tutto venne differito a tempi migliori. Trascorsero gli anni. In un momento di benessere economico, l’idea venne accarezzata di nuovo e fu concretizzata con l’istituzione di un Comitato. Così il 23 aprile 1972 si poté realizzare il monumento in onore di tutti i Caduti. La scultura, raffigurante una madre che piange sui figli caduti, fu realizzata dal signor Comugnero Antonio di Sanguarzo.