Controluce – Roma Novembre 2002

(Carlo Climati) – I fatti relativi alla setta satanica sgominata dalla
polizia di Pescara hanno richiamato l‚attenzione sul problema del satanismo giovanile. Ma prima di meravigliarci e di preoccuparci, dovremmo chiederci: come si diffonde il virus del satanismo? Quali sono le cause dell‚epidemia satanica che, a volte, colpisce le nuove generazioni?

Tutto nasce da un grande equivoco. I giovani pensano che il satanismo sia qualcosa di bello, di simpatico, di affascinante. Credono di trovare nell‚occultismo un alleato per risolvere i propri problemi. E quindi si avvicinano con fiducia al satanismo, senza accorgersi che stanno scherzando col fuoco.

Il virus dell‚occultismo si diffonde perché, tra i giovani, mancano sempre di più gli anticorpi per affrontarlo. Non ci sono difese immunitarie. Negli ultimi anni i ragazzi hanno subito una specie di lavaggio del cervello che li ha spinti a non avere più paura di ciò che appartiene al mondo dell’occulto.

Eppure, l’approccio con gli ambienti esoterici può rappresentare un vero rischio. Partecipare ad un rito satanico significa spalancare le porte verso mondi davvero pericolosi. Si comincia per gioco, e non si sa mai dove si può arrivare.
Allora mi chiedo: perché ciò accade?
Perché i ragazzi hanno tanta voglia di scherzare col fuoco?

La risposta è semplice: qualcuno li ha ingannati. Qualcuno li ha spinti a credere che l’esoterismo sia un fuoco non pericoloso, un fuoco simpatico, un fuoco che non brucia. E quindi, perché non toccarlo? Perché non provare? Come può un adolescente entrare in contatto con il mondo del satanismo e dell’esoterismo?

È un problema di ponti. Esistono, sicuramente, dei ponti
che facilitano questo tipo di percorso. Il più efficace è un certo tipo di musica rock che si ispira all’occultismo e che, negli ultimi anni, sembra essere diventata un ottimo affare per le case discografiche.

Partendo dal semplice interesse per un cantante di rock satanico, è possibile entrare in contatto con il mondo del satanismo. Ma si tratta di un processo d’avvicinamento che avviene a stadi, e che si può facilmente spiegare con la grande familiarità dei giovani con le nuove tecnologie e i mezzi di comunicazione.

Il primo stadio, generalmente, è il semplice e banale interesse per un cantante satanico. Il giovane, in un primo tempo, acquista i suoi compact disc e si appassiona alla sua musica. Ma poi, sente il bisogno di saperne di più. Il secondo passo è la conoscenza dei testi delle canzoni e il conseguente approccio con una filosofia di vita trasgressiva. Il terzo stadio è l’acquisto, da parte del giovane, di riviste musicali che parlano
del suo cantante preferito.

Ultimamente, su certi periodici rock, non si parla soltanto di musica, ma anche di satanismo ed esoterismo. A volte
vengono perfino segnalati indirizzi di sette sataniche o siti Internet di cantanti legati al mondo dell’occultismo.

Così, per saperne di pi&uugrave;, si entra nel quarto stadio: la ricerca in rete. Partendo dalla semplice curiosità per i siti Internet di cantanti di rock satanico si rischia, poi, di passare ad un interesse per le pagine di vere e proprie sette, oppure per i newsgroup (gruppi di discussione) frequentati da satanisti ed esoteristi.

A questo punto, il gioco è fatto. Il quinto ed ultimo stadio è il contatto diretto del giovane, attraverso l’e-mail, con una setta o con qualche cultore di magia nera.
Naturalmente, non tutti i ragazzi raggiungono il quinto stadio. Tuttavia, non si può escludere che la filosofia di vita espressa da certi cantanti rock possa produrre effetti negativi anche in chi rimane a livelli inferiori.

Molti ragazzi praticano il satanismo come forma di trasgressione, che si può riassumere nel motto dei satanisti Fai ciò che vuoi. Ovvero: l’uomo che si mette al posto di Dio e sceglie di soddisfare soltanto il proprio egoismo. In questa ricerca di una vita spericolata e senza regole si può individuare il grande fascino esercitato da certe dottrine su alcuni giovani, che spesso attraversano un momento di solitudine e di crisi personale.

Il messaggio negativo proposto da un disco, da solo, non può certamente spingere alla violenza o all’omicidio. Ma può essere un seme, un pericolosissimo seme gettato nel fertile campo del disagio giovanile, in cui convivono sofferenze, solitudini, incertezze, situazioni familiari difficili, disoccupazione, consumo di droghe ed alcolici.

Questo micidiale cocktail di rock nichilista e problemi umani può produrre effetti devastanti nella mente di giovani già in crisi o psicologicamente fragili.
Lo dimostrano alcuni fatti. Nel 1996, la procura di La Spezia ha condotto una vasta indagine denominata Operazione Diablo, che ha coinvolto nove giovani dai diciotto ai ventisette anni.
Le accuse andavano dal danneggiamento e violazione di sepolcro al furto aggravato di arredi sacri.
Non dimentichiamo, poi, l’omicidio di Suor Maria Laura Mainetti, uccisa da tre ragazzine minorenni di Chiavenna (Sondrio), che volevano offrire un sacrificio al diavolo. Ci sono, poi, altri fatti accaduti all‚estero. Nel 1996, a San Luis Obispo, cittadina della California, tre ragazzi (di quindici, sedici e diciassette anni) hanno violentato, torturato ed ucciso una quindicenne in un bosco, come sacrificio per il diavolo.

I tre giovani avevano formato un complesso di rock satanico ed erano convinti che questo rito sanguinario avrebbe migliorato le loro capacità musicali. Quattro anni prima, in Norvegia, i componenti di alcuni gruppi rock hanno organizzato attentati terroristici a chiese cattoliche, trasformando il loro odio
musicale in veri e propri atti di vandalismo.

Non si può negare che la musica contribuisca a creare idee, stati d’animo, mode, opinioni. Impariamo, perciò, ad utilizzarla con maggiore senso di responsabilità.
Il rock, o le discoteche, non sono necessariamente veicoli di comunicazione di morte o di violenza. Ogni mezzo può essere utilizzato nel bene o nel male. Pensiamo, ad esempio, al bisturi. Nelle mani di un assassino può uccidere. Ma in quelle di un bravo chirurgo può salvare migliaia di vite umane.

Allo stesso modo, la musica può essere usata per promuovere una nuova cultura di speranza e di amore per la Vita. Basta pensare alla recente esplosione, anche in Italia, del fenomeno della Christian Music (musica cristiana), con artisti ormai affermati come Roberto Bignoli, Mimmo Iervolino, Paolo Spoladore, Giosy Cento, Cristina Damonte, Matteo Zambuto,
Marco Tavola, Paolo Auricchio, Marcello Marrocchi, Claudio Chieffo e gruppi rock come i Krisalide e gli Unicospirito.

Non a caso, uno dei siti Internet maggiormente cliccati è Informazione Musica Cristiana (http://www.informusic.it).
C‚è anche chi utilizza le discoteche in modo positivo, come Frate Michael, promotore del progetto Spirit in Dance, con cui si balla nei locali, ma si riesce anche a dialogare e a riflettere. Insomma, è vero che esistono i cantanti di rock satanico.

Ma fortunatamente cresce anche il numero degli artisti che cantano la Vita, l’amore, la pace, la famiglia, la fratellanza
universale. Guardiamoci un po’‚ intorno, e li troveremo.

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