Jesus on line” il nuovo CD Multimediale di Mimmo Iervolino!!!!
Mc – Cd (Ed. Messaggero S. Antonio 2002 )


CHRISTIAN DANCE
Il Cd che sta avendo successo in Canada e Usa!!!
Connessione col cielo, a banda infinita

Una stanza. Uno schermo. Un computer acceso. Forse una solitudine.
Nell’aria si diffonde il tipico suono di una linea telefonica che si sta connettendo con Internet. Parte la musica e si scopre l’invito a collegarsi con qualcosa di più grande. “Jesus on line”. Gesù è in linea. “Cliccalo dentro te”. E’ il messaggio di don Mimmo Iervolino, sacerdote e cantautore da sempre impegnato nella comunicazione attraverso le note.
La sua provocazione ci scuote. E’ un invito ad oltrepassare le barriere di un’epoca di grandi apparenze, in cui perfino gli angeli, a volte, sono distratti dalla tv. Le nuove tecnologie ci danno l’illusione di essere onnipotenti.
Basta spingere un tasto per entrare in contatto, via e-mail, con New York, Parigi e Londra. Tutto questo è affascinante. Ma può anche diventare un limite.

Una spinta a rinchiudersi nel guscio di una “chat” o di un
videogioco senz’anima. In un mondo sempre più caratterizzato dalle comunicazioni superficiali e virtuali, nasce la necessità di ritrovare i volti. Di riscoprire le piazze, i cortili, i contatti più autentici con gli altri esseri umani.
E’ questo il filo conduttore del nuovo lavoro di Mimmo Iervolino. Un artista che colpisce per la sua straordinaria capacità di proporre messaggi forti, veri, concreti, utilizzando linguaggi musicali divertenti e coinvolgenti. la sua è una musica che fa muovere il corpo, ma anche la mente ed il cuore,
e dopo averla ballata, ti lascia sempre qualcosa dentro: una speranza, un segno, una vittoria su quel grande vuoto che non riuscirà mai a catturarci.
Carlo Climati – [email protected]


P.s:
Per richieste del Cd Promozionale o interviste contattare: Don Mimmo Iervolino
338 9196190

e-mail:[email protected]

Don Mimmo Iervolino- Il Prete Dance
“Il genere musicale col quale mi esprimerò nelle canzoni del nuovo CD sarà quello “dance”, da discoteca.”

Intervista a Mimmo lervolino, sacerdote in uno dei quartieri più difficili di Pomigliano D’Arco, in provincia di Napoli. Usa chitarra e canzoni come strumenti per far passare un messaggio.
«Il momento più emozionante l’ha vissuto a Sanremo, nel 1999, quando ha cantato al teatro Ariston. I suoi pezzi vanno dal genere melodico, al rap, alla christian dance, repertorio vasto seguito da molti giovani. Il suo sogno è quello di creare “un posto per Dio” nella musica leggera contemporanea. Cerchiamo di capire come».

Don Mimmo, musica e religione: come Convivono?
«La musica è sempre stata presente nella mia vita, fin da ragazzo. La trovi nel creato, nel fiume che scorre, nel vento che smuove le foglie, dentro di te dove senti di far parte di un tutto e scopri di essere un frammento che può esprimere quel tutto. Non c’è quindi contrasto tra religiosità e musica. Fare musica ed arricchire i testi dell’immenso che ci sovrasta è un tutt’uno. E un’unica canzone».

La tua gente, gente anche semplice che vive una vita non sempre facile o giovani a cui manca il lavoro e che sono spesso vittime della droga e della malavita organizzata, come reagisce a questa tua vocazione religiosa e artistica insieme?
«Sono contenti, sia gli adulti che i giovani, almeno quelli con i quali fino ad oggi sono entrato in rapporto. Anche perché la canzone è un veicolo che può dare qualcosa, in quanto racchiude frammenti di vita, di verità, di gioia, di dolore. È un mezzo immediato per donare quello che sperimenti; quello che vedi, quello che senti. E in particolare i giovani sono sintonizzati sul “sentire” perché sono in quel momento della vita in cui stanno scoprendo i loro sensi, e dunque le canzoni possono dire molto. Ad un concerto un ragazzo mi ha detto: «Nda n’ora Dio lavora” (in un’ora Dio lavora). Mille prediche, forse, non avrebbero aperto il suo cuore, come quelle canzoni».
Ami spesso citare una frase di Vaclav Havel: «La musica non può cambiare il mondo, solo la gente può farlo, ma la musica può cambiare la gente».

«Sono convinto di questo. Una canzone può farti cambiare strada, suscitare nuovi sentimenti, aiutarti a prendere decisioni importanti. Se continuo a organizzare concerti è perché vedo dei “ritorni spirituali” notevoli, e poi i concerti spezzano la monotonia delle nostre sacrestie. Ai concerti si avvicinano in tanti, trovi gente nuova con grandi esigenze, si instaurano tanti rapporti. È da questi rapporti che si costruisce una nuova realtà , nella parrocchia, nella società, nel mondo».
Ultimamente hai raccolto anche successi nazionali. Il grande paroliere Mogol si è interessato alle tue canzoni, e le Edizioni Paoline hanno pubblicato il tuo Cd “Buonenuove ». Come è nato questo disco?

«E una raccolta di quattordici canzoni nate dalla vita, dal contatto con la gente e dal mio rapporto con Dio. Tra queste, la canzone Un cielo c’é è stata particolarmente apprezzata da Mogol che ha voluto premiarla come miglior testo al festival di Ancona. Poi Tempo che ritorna si è classificata terza al festival di canzoni mariane “Inedito per Maria” organizzato dalla diocesi di Terni per la direzione artistica di Eugenio Bennato. Inoltre Insieme a te è stata scelta da Giosy Cento e Piergiorgio Bussani per il “Sanremo cristiano” a cui ho partecipato insieme al Gen Rosso e al Gen Verde. Tutta la preparazione del disco, sulla cui promozione le Paoline puntano molto, è stata un’esperienza bella, un lavoro che è costato tempo, fantasia, ponti tra Roma e Napoli, tra il “Lunatico” lo “Intelsoft” studio».
Valenti musicisti mi hanno dato il loro insostituibile contributo. Voglio augurarmi che arrivi ad un pubblico sempre più vasto.
Ami spesso citare una frase di Vaclav Havel: «La musica non può cambiare il mondo, solo la gente può farlo, ma la musica può cambiare la gente».

«Sono convinto di questo. Una canzone può farti cambiare strada, suscitare nuovi sentimenti, aiutarti a prendere decisioni importanti. Se continuo a organizzare concerti è perché vedo dei “ritorni spirituali” notevoli, e poi i concerti spezzano la monotonia delle nostre sacrestie. Ai concerti si avvicinano in tanti, trovi gente nuova con grandi esigenze, si instaurano tanti rapporti. È da questi rapporti che si costruisce una nuova realtà , nella parrocchia, nella società, nel mondo».
Ultimamente hai raccolto anche successi nazionali. Il grande paroliere Mogol si è interessato alle tue canzoni, e le Edizioni Paoline hanno pubblicato il tuo Cd “Buonenuove ». Come è nato questo disco?

«E una raccolta di quattordici canzoni nate dalla vita, dal contatto con la gente e dal mio rapporto con Dio. Tra queste, la canzone Un cielo c’é è stata particolarmente apprezzata da Mogol che ha voluto premiarla come miglior testo al festival di Ancona. Poi Tempo che ritorna si è classificata terza al festival di canzoni mariane “Inedito per Maria” organizzato dalla diocesi di Terni per la direzione artistica di Eugenio Bennato. Inoltre Insieme a te è stata scelta da Giosy Cento e Piergiorgio Bussani per il “Sanremo cristiano” a cui ho partecipato insieme al Gen Rosso e al Gen Verde. Tutta la preparazione del disco, sulla cui promozione le Paoline puntano molto, è stata un’esperienza bella, un lavoro che è costato tempo, fantasia, ponti tra Roma e Napoli, tra il “Lunatico” lo “Intelsoft” studio. Valenti musicisti mi hanno dato il loro insostituibile contributo. Voglio augurarmi che arrivi ad un pubblico sempre più vasto».

Hai in cantiere qualcosa di nuovo?
Sì. Uscirà presto un altro lavoro, che si chiamerà “Jesus on line” che raccoglierà 6 canzoni “christian dance” con una traccia interattiva che si apre inserendo il CD nel computer. In questa traccia sarà possibile trovare i testi delle canzoni, con accordi per poterle suonare con la chitarra, dei commenti, che fanno capire il senso dei testi e poi ci saranno dei video. Infine ci si potrà connettere ed interagire tramite internet »
Che significa “christian dance”?

Il genere musicale col quale mi esprimerò nelle canzoni del nuovo CD sarà quello “dance”, da discoteca. E’ il linguaggio musicale più vicino ai ragazzi, soprattutto i giovanissimi. Sarà però una dance cristiana, nel senso che i testi avranno come sfondo il Vangelo, i valori. Abbiamo voluto fare un esperimento e a gennaio scorso è nata “Jesus on line”. Un giornalista poi, che lavora per Rai 2, ha sentito il pezzo e m?ha fatto inserire per una diecina di giorni su Kataweb Video, il portale forse più famoso in Italia, la cosa è piaciuta e giocoforza, mi sono ritrovato a fare altri brani su quel genere?

Se ti volgi un attimo indietro e risenti la musica di prima e la metti a confronto con quella che componi adesso, trovi una differenza?

«Sono nato con la musica dentro e questa è venuta fuori presto, prima che Dio mi facesse capire quello che voleva da me. In seguito Dio ha preso il primo posto e siccome la natura investita dalla grazia viene nobilitata, è avvenuto che anche la musica ha preso una piega nuova. Oggi dare Dio attraverso la musica è un fatto che nasce dalla mia vita, un modo quindi per “annunciare”. Certamente c’è da fare ancora chiarezza su come conciliare l’essere parroco e cantautore, soprattutto quando si è scoperto che la propria parrocchia è il mondo. Qualsiasi cosa accadrà la leggerò in quest’ottica: Dio è amore e mi ama immensamente ed io voglio restare in questo amore, come sono e come posso».

So che vivi un’esperienza di vita con altri sacerdoti. Mettete in comune i vostri beni, il progetto pastorale, abitate nella stessa casa. Che rapporto c’è tra questa esperienza e il tuo impegno artistico?
«Un rapporto strettissimo. Sono convinto che un sacerdote è credibile nella misura in cui la sua parola è testimonianza di una vita vissuta nel comandamento nuovo di Gesù dell’ amore scambievole. Questo rapporto nuovo con altri sacerdoti con i quali condivido l’economia, l’abitazione, le scelte, mi aiuta moltissimo a rimanere fedele alla mia chiamata. Insieme è maturata la decisione che io coltivassi il talento artistico. E con loro che verifico ogni idea. Anche se non sono artisti sento che la mia arte deve passare attraverso la loro sensibilità, affinché le mie canzoni non siano solo frutto di un talento, ma qualcosa di più, espressione di questa esperienza di vita che portiamo avanti. Infatti loro sono quelli che per primi sentono le mie canzoni, che mi suggeriscono un cambiamento, una parola diversa»

Quando è cominciata questa esperienza?
«Sono entrato in seminario a 21 anni nel momento in cui iniziavo a lavorare come perito elettrotecnico. Avevo girato in lungo e in largo la provincia con ilmio gruppo musicale. Poi questo invito misterioso e forte di Gesù a seguirlo, a lasciar tutto per Dio. In seminario ho incontrato don Peppino Gambardella, un sacerdote la cui testimonianza di vita mi colpiva, come se ci fosse qualcosa di speciale nella sua vita. E così lui mi ha parlato della spiritualità dei Focolari. Ho voluto condividere con lui questa scelta. Ho sperimentato che la mia stessa chiamata diventava più viva e forte in un impegno nuovo a vivere il Vangelo».

Questo impegno a vivere il Vangelo entra molto nelle tue canzoni e questo le rende anche strumento di evangelizzazione.
«La canzone non è un’opera di Verdi, ma un mezzo semplice ed efficace. Anche il linguaggio del Vangelo è semplice. Gesù per dirsi e darsi al mondo ha scelto una Parola estremamente semplice. Ma quella Parola è l’unica che ti trasforma la vita, ti fa passare “dalla morte alla vita”. Sono convinto che l’efficacia delle canzoni passi per questo impegno a vivere la Parola. Se infatti esprimono la vita sono efficacissime… si evangelizza in modo nuovo».

Pasquale Lubrano



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