Il rapporto più alto, più bello, più maturo, fra due o più persone, è il servizio.

Senza dubbio, anche se la parola” servizio” è sospetta, perché si pensa magari a quelle persone che si prodigano in maniera ossessiva e invadente.
In realtà, per servizio si deve intendere qualcosa di molto più vasto: non solo fare, ma anzitutto essere.

Qui per meglio chiarire il concetto, anziché della psicologia ml rivolgo alla fisica per prendere a prestito Il termine “entropia”. Per la fisica l’entropia è una misura di disordine. Possiamo usare questo termine come metafora per descrivere un rapporto.

Che cos’è un rapporto entropico? È un rapporto che ci rende meno autonomi, meno liberi, è un rapporto che ci appesantisce, che ci Irrita, che diminuisce la fiducia che abbiamo In noi stessi e nelle nostre potenzialità. È un rapporto che ci ferisce o ci Impaurisce o ci addormenta o ci dìstrae. È un rapporto insomma che abbassa il nostro livello di coscienza.

Poi c’è la sintropla: l’opposto dell’entropia, una misura di ordine e coerenza (la parola è stata coniata dal matematico Fantapplè). Ci sono anche rapporti sintropici.
Che cosa è un rapporto sintropico? È un rapporto che ci rende più liberi, un rapporto in cui l’altro ci aiuta a soddisfare i nostri bisogni più profondi e nel contempo a trascendere i bisogni più superficiali.
È un rapporto che potenzia la nostra fiducia nella vita e che migliora ed eleva, allarga, espande, l’immagine di noi stessi. Una relazione sintropica è sinonimo di servizio. lì servizio non è benefico soltanto per la persona che lo riceve, ma lo è soprattutto per chi lo attiva.

L’uomo del nostro tempo, preso ancora nella tormentosa strettoia di un’adolescenza prolungata, oppone resistenza all’adozione di un atteggiamento dl servizio, perché teme di abbassarsi, perché confonde servizio e schiavitù, perché assolutizza una determinata concezione della libertà.

Scriveva Albert Elnstein: davvero strana la nostra posizione sulla Terra. Ognuno di noi vi fa una breve visita senza sapere perché, ma indovinando una intenzione divina. Ma la considerazione della vita quotidiana ci rivela una cosa Indubbia: l’uomo è qui per servire l’uomo… soprattutto coloro il cui sorriso e il cui benessere dipendono dalla nostra felicità, e le innumerevoli anime la cui sorte è unita alla nostra dagli invisibili legami della simpatia.

Insomma nell’intimo sentiamo che siamo stati messi al mondo per essere di servizio gli uni agli altri. I genitori provvedono ai loro figli, il marito sostiene la moglie, l’amico aiuta l’amico e la vita richiede amore e servizio incondizionato.

Ma per la psicologia non si tratta tanto dl esortare al servizio, quanto di studiare questo atteggiamento che può rivoluzionare la struttura psichica di ognuno di noi. Ci si aspetterebbe che il servizio fosse studiato da Istituti ad altissimo livello scientifico, che le ricerche fossero finanziate dallo stato, che a questo scopo fossero mobilitati i migliori cervelli, che il servizio fosse insegnato nel suoi vari aspetti fin dalle scuole elementari, che ci fossero specialisti in grado dl risolvere i problemi e i blocchi che ognuno ha nell’espressione di questa energia.

Secondo un sociologo russo, Pitirim Sorokin, che ha studiato per anni questi fenomeni, le persone altruistiche possono considerarsi come dei “devianti”.
Così come i criminali deviano dalle regole della società in cui vivono, essendo al di sotto di queste regole, anche gli altruisti sono devianti, ma nel senso opposto: non solo rispettano le regole del gioco della società in cui vivono, ma fanno molto di più di quello che deve essere fatto.

Vanno molto al di là del semplice dovere, nel rapporto con gli altri, e curano, aiutano, servono, sanano, rappacificano, divertono, elevano il livello di coscienza degli altri.

In generale, da queste ricerche socio- psicologiche di Sorokin emerge proprio questo fatto: gli altruisti sono molto più felici e longevi: anche se non sono immuni dalla sofferenza, la affrontano in maniera diversa, si sentono meno soli, amano molto dl più l’umanità, tendono ad essere più ottimisti, hanno più forza, sono meno aggressivi, e sono più creativi.

Il servizio con le sue qualità corollarie di gentilezza, calore, solidarietà, compassione, amicizia, buona volontà, comprensione, può essere considerato come una risorsa naturale dl vitale Importanza, più ancora dell’acqua o del petrolio o dell’energia nucleare.

Per gli straordinari effetti benefici individuali e sociali e per le trasformazioni radicali che è in grado dl provocare, il servizio, o l’altruismo, dovrebbe essere trattato come un bene dl prim’ordlne.

In un mondo di lotte a coltello, nel mezzo della solitudine cosmica, immerso nel mistero dell’esistenza, gravato come tutti da mille ansie e mille problemi, irretito dalle chimere e dagli incubi della vita, ecco un essere umano che si ferma per cercar di comprendere e dl aiutare un altro essere umano: e questo è un fatto degno di meraviglia.

Ascoltiamo quello che ci dice Albert Schweitzer :
«Non so quale sarà il tuo desiderio, ma una cosa so: gli unici veramente felici saranno quelli che avranno cercato e trovato il modo dl servire gli altri>.

dl Pasquale lonata