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Dal giorno in cui l’icona della Vergine venne trasferita dal castello di Udine alla chiesetta di san Gervasio (8 settembre 1479), la devozione popolare non conobbe interruzioni.

Secondo uno storico del ‘600, appese alle pareti si potevano osservare ancora tavolette votive, riferentisi al tempo delle origini del santuario, nelle quali si vedeva: un mercante che ringrazia per aver evitato un agguato pericoloso; una signora di Udine, di nome Stella, che sfugge agli intenti omicidi del marito; un muratore, che acquista la vista dell’occhio, cieco dalla nascita;
un carcerato innocente che riesce ad evadere; un prigioniero dei Turchi salvatosi in modo miracoloso, ecc.

In un atto comunale del 1493 si afferma che la devozione alla Vergine gloriosissima aumenta di giorno in giorno e che nella chiesa, detta popolarmente santa Maria de le Gracie, affluisce da tutta la Patria un gran numero di persone.
Vi si andava non semplicemente per la venerazione alla Madonna, ma per confessarsi, ascoltar messa e assistere alla predicazione.

La Madre di Dio era sollecita nel dispensar favori. Tuttavia sapeva anche ammonire per certe prevaricazioni, che, secondo testimonianze contemporanee, erano alquanto frequenti nel borgo di Pracchiuso.

Ad uno di questi episodi si rifà il più antico ex voto conservato nel santuario, la cosiddetta “maschera del diavolo”.
Un giovanotto si rivestl, nel carnevale del 1500, con un’armatura cornuta. Nel ritornare dalla città al borgo Pracchiuso profanò il cimitero antistante la chiesa. Per questo, una volta giunto a casa, non riuscì a slacciarsi l’armatura, se non dopo aver invocato la Vergine delle Grazie.

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La prima concretizzazione dell’ amore tenace e discreto, che gli Udinesi e i Friulani nutrono per la Vergine delle Grazie, si ha nel contribuire alIa costruzione del santuario, alIa sua conservazione e decorazione.

Memore del voto emesso, il Comune di Udine è stato presente in prima persona nei cinque secoli di storia.
Nel 1513, stanziando del danaro per il tetto della nuova chiesa, viene affermato che si fa ogni cosa a lode e onore della beatissima Vergine, che sempre ha protetto questa città da guerre, epidemie e calamità atmosferiche.

Si aggiunge inoltre che il santuario è costruito con l’obolo di tutti i cristiani. Dai registri di fabbrica contemporanei si ricava che il nobile invia il servo a portare l’elemosina: un uomo semplice gira per le fiere suonando il piffero e raccogliendo danaro per la nuova chiesa; questue vengono tenute nell’alto e basso Friuli e nella Carnia; offerte d’ogni genere e prestazioni gratuite di lavoro sono effettuate per amor di Dio e in remissione dei propri peccati.

Tutto questo si ripete alIa scadenza di grossi lavori in santuario: alIa sua ristrutturazione durante il secolo XVIII e alIa costruzione della nuova cappella (1746-1770); all’opera del pronao e degli altari in marmo verso la meta del secolo XIX; all’incoronazione solenne della Madonna, con le decorazioni del soffitto nella cappella e nella chiesa. I1 santuario inoltre è sempre stato meta di numerosi pellegrinaggi. Si pone nelle mani della Vergine la propria vita sia dal punto di vista spirituale che materiale. Ovviamente le testimonianze rimasteci si riferiscono soprattutto a quest’ultimo aspetto.

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L’ambiente sociale e quello agricolo: così vediamo un ricorso quasi periodico tra primavera ed estate per le intemperie atmosferiche. Il Friuli e zona sismica: alIa Vergine ci si rivolge, perché
Dio abbia pietà, come avvenne il giorno dell’Assunta del 1976.
E zona di confine, sottoposta a invasioni: alIa Vergine si fa voto, perché conservi la vita e mantenga unite le famiglie.

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Tre, però, sono i ricorsi pubblici che hanno lasciato una tradizione. Il primo è del 20 gennaio 1599, perché la città di Udine venne preservata dalla peste che l’anno precedente aveva imperversato nel Friuli orientale. Il Consiglio comunale di Udine a nome di tutta la popolazione promise di riunirsi, la prima domenica dopo santa Caterina, ogni anno, per sempre, al santuario delle Grazie.

Nel1793 la data venne spostata alIa prima domenica di maggio.


Nel 1836 scoppiò anche in Udine I’ epidemia del colera, che da diversi anni affliggeva l’Europa. Fortunatamente la sua durata in citta fu molto breve. Una così pronta cessazione venne attribuita alIa protezione della Vergine delle Grazie.
Il Consiglio comunale propose al vescovo di Udine, Emmanuele Lodi, di istituire una data che fosse testimonianza perenne della propria gratitudine alIa Vergine. Si fissò la prima domenica di settembre come momento del comune incontro nel santuario.

Nel 1944 la seconda guerra mondiale aveva trasformato il Friuli in un campo di guerra.
Le previsioni erano catastrofiche per tutti. Allora l’arcivescovo di Udine, Giuseppe Nogara, sollecitò il popolo a ricorrere alIa Vergine delle Grazie.
Il 20 febbraio 1944, dinanzi a ventimila persone, con le autorità religiose e civili della città, emise un voto con il quale gli udinesi si impegnavano ad essere devoti alIa Vergine, se la guerra fosse cessata in breve tempo e la citta preservata dai bombardamenti.

Attualmente queste date sono state raccolte in un’unica celebrazione nella 4° domenica di ottobre, preceduta dalla memoria liturgica della B. Vergine delle Grazie.
Motivazioni che in gran parte si rifanno a quelle dei tre ricorsi elencati, hanno dato origine a pellegrinaggi annuali di più di cinquanta paesi del Friuli.

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Ci sono poi delle felici ricorrenze nelle quali tutto il Friuli si riunisce con gioia ai piedi della Vergine delle Grazie. Documentate nei minimi particolari sono queste: la solenne incoronazione della Vergine e del Bambino da parte del Capitolo di S. Pietro in vaticano avvenuta il 6 settembre 1870: è considerato il piu grosso avvenimento che abbia interessato Udine nel secolo XIX;
l’anno giubilare esteso al mondo, e primo del secolo, nel 1901, che fece accorrere alle Grazie i fedeli delle diocesi del Friuli e del Veneto, con i loro vescovi, tra i quali il patriarca di Venezia Giuseppe Sarto, che diverrà il papa s. Pio X.

Il cinquantesimo del l’incoronazione della Vergine nel 1920, che fu occasione per elevare il santuario al grado di Basilica Minore (21 giugno 1922). Aggiungere poi tutti i raduni dell’Azione
cattolica udinese e friulana che si sono tenuti e conclusi alle Grazie ci porterebbe via troppo Spazio.

Il santuario infine è frequentato ogni giorno da singole persone, nuclei familiari e altri piccoli gruppi. Alcune volte si tratta di una semplice visita alIa Madre delle Grazie; altre volte si viene a sciogliere un voto, come quella signora giunta in santuario a piedi dall’isola d’Elba nell’agosto de11968, per sciogliere un voto emesso in Udine con il marito militare nel 1944.

Al santuario vengono i sacerdoti nelle varie ricorrenze della loro vita, gli sposi con i loro figli, gli emigrati, che ritornano a respirare aria friulana, ma soprattutto coloro che hanno bisogno di rivedere il proprio comportamento morale e di ritornare in pace con Dio, il prossimo e la coscienza.

I tempi nei quali piu intense sono queste presenze risultano le principali solennita della Madonna e il periodo compreso tra la vigilia dell’Assunta e la terza domenica di settembre, solennità dell’Addolorata. Tutte queste persone lasciano presso la Madonna un segno riconoscente del loro passaggio: si tratta degli ex voto che sono certamente le testimonianze di pietà piu preziose per la storia del santuario.

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Sono migliaia di cuori, 5OO tavolette, 200 ricami incorniciati, 100 figure d’argento. Potrebbero essere il doppio o il triplo, se le guerre napoleoniche non avessero distrutto quasi tutte le testimonianze anteriori al 1800.
Ogni pezzo ha una storia drammatica da raccontare, ma esprime soprattutto un canto dolcissimo di riconoscenza, come ognuno può immaginare osservando il paziente e prezioso lavoro dei ricami.

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Da questi segni di devozione si ricava che di fronte a Dio e nel cuore della Vergine non esiste distinzione di persona. Ma il canto di ringraziamento non viene espresso soltanto da queste testimonianze evidenti e definite. Tutto nel santuario è frutto di amore e di riconoscenza: le corone della Vergine e del bambino, l’oro dei soffitti, le lampade che ornano la cappella della Vergine e gli altri altari della chiesa; soprattutto le candele, questo segno della propria presenza ai piedi della Vergine delle Grazie e della speranza nella vita. AlIa Vergine delle Grazie ci si presenta anche con il cuore straziato dal dolore, con gli occhi che non hanno piu la forza di piangere per qualche tragedia assurda ed incontrollabile.

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Il 10 settembre 1945 (poi trasferita al 24 maggio) venne iniziata alle Grazie la giornata degli ammalati: affinché ognuno, in una giornata di solidarietà e sotto la sguardo della Vergine, trovi la forza di sperare e di vivere, nonostante tutto.
Questo ha inteso dire la federazione “Coltivatori diretti del Friuli”, che nell’atrio del santuario ha lasciato una memoria artistica del terremoto del 6 maggio 1976.

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