dal Messaggero Veneto del 10/12/02

Merlo, protagonista del ’900

Maiano rende omaggio al pensiero e al segno di un indiscusso maestro della pittura friulana


Sarà inaugurata sabato, alle 18, la mostra antologica di Giordano Merlo, allestita nello Spazio d’arte Ciro di Pers del municipio di Maiano.

Giordano Merlo, uno dei protagonisti della pittura friulana del secondo ’900, sarà così ricordato con una mostra che ne ripercorre, a sette anni dalla scomparsa, le fasi salienti della produzione, anche con quadri mai esposti prima. Fondatore e instancabile animatore del Centro friulano di arti plastiche, Giordano Merlo cominciò relativamente tardi la sua attività di pittore, nel secondo dopoguerra, dopo il rientro dall’Africa, dove le vicende della vita lo avevano portato nel 1939 a fare da istruttore presso l’istituto di educazione fisica di Gondar in Etiopia.

Nato ad Arta Terme nel 1919, Giordano Merlo mostra sin da piccolo una notevole predisposizione per la pittura, che coltiva frequentando, dopo le elementari, la Scuola di arti e mestieri di Tolmezzo, salvo poi proseguire gli studi a Roma, all’Accademia di educazione fisica alla Farnesina. E sarà, come detto, solo dopo il rientro in Italia, nel 1947, che Merlo comincerà a dedicarsi quasi anima e corpo alla pittura, tanto da diventarne uno dei rappresentanti più significativi, personaggio di spicco nella nutruita e fertile cerchia di artisti friulani.

La mostra di Maiano, che resterà aperta fino a metà gennaio, si sarà inaugurata con un piccolo significativo evento: … azzurra, azzurra solitudine – pensieri e immagini di Giordano Merlo, così il titolo della manifestazione, ideata da Marisa Sestito, nel corso della quale l’attore Paolo Fagiolo leggerà alcune pagine dei diari inediti di Merlo con l’accompagnamento musicale di Pasquale di Maio alle percussioni, di Adriana Plazzotta all’arpa e di Sandra Salomone al flauto traverso, mentre Giancarlo Pauletto ne traccerà un breve profilo critico-artistico.

E l’accostamento tra la scrittura di Merlo, di cui si potranno sentire alcuni significativi esempi durante l’inaugurazione della mostra. e la sua pittura costituisce uno degli elementi di novità e di interesse della manifestazione di Maiano. Una corrispondenza piuttosto stimolanteche svelerà così alcuni aspetti originali e sinora sconosciuti della personalità artistica di Giordano Merlo. (m.b.)
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dal Messaggero Veneto del 30/12/02

Tra i colori di Merlo
Restrospettiva a Maiano per il pittore di Arta


di MARIO BRANDOLIN
Continua con successo … Azzurra, azzurra solitudine, la mostra retrospettiva di opere di Giordano Merlo, in corso fino al 6 gennaio nello Spazio d’arte Ciro di Pers del Municipio di Majano.
… Azzurra, azzurra solitudine, titolo mutuato da un significativo passaggio dei diari che il pittore friulano tenne durante la sua prigionia in Africa, dal 1943 al 1947, si compone di una quarantina di quadri, nei quali il visitatore può ripercorrere le tappe più importanti dell’avventura artistica di Merlo, rappresentate da alcune opere del primo periodo, quello più legato alla poetica neorealistica, da molte altre di quella «mezza stagione della sperimentazione dei primi anni anni Sessanta durante i quali il pittore abbandona momentaneamente la prospettiva della veduta urbana e del paesaggio e scopre la sua vocazione all’esasperato cromatismo» (così Gianfranco Ellero), fino a quelle più solari degli ultimi anni, in cui, come scrive ancora Gianfranco Ellero, «parlando lingue diverse da quella del neorealismo friulano, Merlo scoprì nuovi mondi e nuovi modi per esprimerli.

Mutuò forme dall’espressionismo e colori dal fauvismo, ma li piegò a personali, metafisiche interpretazioni di un paesaggio simbolico e di scenografiche rappresentazioni delle nature morte, nelle quali la prospettiva viene sottoposta a tensioni dal violento accostamento dei toni cromatici o addirittura scompare».

Fondatore, negli primi anni Sessanta e instancabile animatore del Centro Friulano di Arti Plastiche, Giordano Merlo, cominciò relativamente tardi la sua attività di pittore, nel secondo dopoguerra, dopo il rientro dall’Africa. Nato ad Arta Terme nel 1919, Giordano Merlo, mostrò sin da piccolo una forte predisposizione per la pittura, che coltivò frequentando, dopo le elementari, la Scuola di arti e mestieri di Tolmezzo, salvo poi proseguire gli studi a Roma presso l’Accademia di educazione fisica alla Farnesina. Ma sarà, come detto, solo dopo il rientro in Italia nel 1947 che Merlo cominciò a dedicarsi quasi anima e corpo alla pittura, tanto da diventarne uno dei rappresentanti più significativi, personaggio di spicco nella nutruita e fertile cerchia di artisti friulani.

La mostra di Majano è stata inaugurata con un piccolo significativo evento: …Azzurra, azzurra solitudine – Pensieri e immagini di Giordano Merlo, così il titolo della mostra ma anche della manifestazione, ideata da Marisa Sestito (di cui presentiamo qui a fianco una breve scheda illustrativa delle ragioni dell’esposizione), nel corso della quale l’attore Paolo Fagiolo ha letto alcune pagine dei diari inediti di Merlo con l’accompagnamento musicale di Pasquale di Maio alle percussioni, di Adriana Plazzotta all’arpa e di Sandra Salomone al flauto traverso, mentre Giancarlo Pauletto ne ha tracciato un breve profilo critico-artistico.

Si è potuto così comprendere, attraverso la sorprendente corrispondenza tra pagine scritte e tele dipinte, la necessità quasi vitale che Merlo attribuiva al colore come strumento di comunicazione ed espressione della propria ricca e inesauribile interiorità.

Molti gli intervenuti illustri all’inaugurazione, tra i quali quello dello scrittore e poeta Luciano Morandini, che, in occasione della mostra di Majano, ha voluto dedicare allamico scomparso sette anni fa il ricordo che pubblichiamo qui sotto.
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