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di p. Ermes Ronchi

V di Pasqua Gv 14,1-12

 

Io sono la via, la verità e la vita!” Tre parole immense, le ripetiamo come intima preghiera: “sì, Tu sei la mia vita, la mia strada, la mia verità!”

Dice il Signore: Io sono la via, ma noi abbiamo seguito altre strade, dalle vie sbagliate: liberaci, Signore.

Io sono la verità, e noi abbiamo pensato di possederla chiudendola in formule, dalle aride dottrine: liberaci, Signore.

Io sono la vita, ma noi abbiamo cercato altre sorgenti e altro pane; da ciò che non nutre: liberaci, Signore.

 

Omelia

Non abbiate paura, non sia turbato il vostro cuore, sono le parole di apertura del vangelo, oggi e sempre; le parole primarie del nostro rapporto con Dio e con il vivere, quelle che devono venirci incontro appena aperti gli occhi, ogni mattina.

Gesù ha una proposta chiara per aiutarci a non avere paura: abbiate fede, nel Padre e anche in me. Il contrario della paura non è il coraggio, è la fede. Fede nella buona notizia che Dio è amore, e non ti molla; la fiducia che Dio “non può non amarci” (Turoldo);

Ad ogni mattino, ad ogni risveglio, un angelo ripete a ciascuno le due parole prime: non avere paura, abbi fiducia.

Noi tutti ci umanizziamo, diventiamo umani per relazioni di fiducia, a partire dai nostri genitori; diventiamo adulti perché costruiamo un mondo di rapporti umani edificati non sulla paura ma sulla fiducia.

La paura e la fiducia sono i due antagonisti che si disputano in eterno il cuore dell’uomo.

Noi camminiamo nella vita, mi piace tanto questa piccola parabola, con sue cagnolini al guinzaglio: uno è la paura, l’altro è la fede. Il cagnolino al quale dai da mangiare di più, diventa sempre più grande e forte e finisce che ti tira dalla sua parte, l’altro resta piccolo e debole.

Se tu alimenti, nutri, rafforzi in te le paure, se dai loro ragione, le giustifichi, le diffondi, saranno loro a guidarti; se invece rafforzi, fai crescere e difendi il cagnolino della fiducia sarà questa a diventare sempre più determinante nella vita e a tirarti con sé…

Abbiate fede anche in me, io sono la via, la verità, la vita. Tre parole immense. Inseparabili tra loro.

  1. Io sono la strada vera che porta alla vita.

La Bibbia è piena di strade, di vie, di sentieri, piena di progetti e di speranze. Felice chi ha la strada nel cuore, canta il salmo 84,6.

I primi cristiani avevano il nome di “Quelli della via” (Atti 9,2), quelli che hanno sentieri nel cuore, che percorrono le strade che Gesù ha inventato, che camminano chiamati da un sogno e non si fermano. E se cadono si rialzano, e se sbagliano strada poi risalgono sulla strada giusta.

Io sono la via! Siamo nel contesto dell’ultima cena: la strada, la via che i discepoli hanno ancora negli occhi, che ha inciso e spalancato i loro occhi, è il gesto compiuto da Gesù poco prima, quando lui, il maestro, si cinge un asciugamano e lava i piedi ai suoi discepoli, è l’amore che diventa servizio. Questa la strada della civiltà nuova.

Io sono la strada che non si smarrisce, ma va verso la storia più ambiziosa del mondo, il sogno più grandioso mai sognato, la conquista – per tutti – di amore e libertà, di bellezza e di comunione: con Dio, con il cosmo, con l’uomo.

  1. Io sono la verità. Gesù non dice di avere la verità, ma di essere la verità, di esserlo con tutto se stesso. Come prima non ha detto di essere la meta e il punto di arrivo, ma la strada, il punto di movimento, quello che fa alzare le vite, perché non restino a terra, non si arrendano e vedano che un passo in avanti è sempre possibile, in qualsiasi situazione.

Verità è un termine che ha la stessa radice latina di ver-veris, la primavera. La verità è la vita che germoglia, che mette gemme, la primavera che riempie di fiori e di verde l’inverno dei nostri scontenti. La verità è ciò che fa fiorire le vite.

La verità non consiste in cose da sapere, o da avere, non in libri o formule, ma nello stile di vita di Gesù, vivere come lui ha vissuto.

La verità è una persona che produce vita, che con i suoi gesti procura libertà. La verità sei tu quando asciughi una lacrima, quando ti fermi accanto all’uomo bastonato caduto in mano ai briganti. E non tiri dritto.

“La verità è ciò che arde” (Ch. Bobin), parole e azioni che hanno luce, che danno calore.

La verità è sempre coraggiosa e amabile insieme. Quando invece è arrogante, senza tenerezza, è una malattia della storia che ci fa tutti malati di violenza. Quando uno parla alzando i toni, con la presunzione di avere la verità, ripetiamogli al farse di Ezra Pound: “la tua verità, tienitela per te; la nostra, cerchiamola insieme. Accetterò la tua verità solo quando si sposi con la tenerezza”.

La verità dura, aggressiva, la verità dispotica, ‘è così e basta’, la verità gridata da parole come pietre, quella di tutti i fondamentalisti, non è la voce di Dio.

La verità imposta per legge non è da Dio. Dio è verità amabile.

  1. Io sono la vita, io faccio vivere. Parole enormi che nessuna spiegazione può esaurire. Sono la vita si oppone alla pulsione di morte, alla violenza, alla auto distruttività che nutriamo dentro di noi con le nostre paure.

Parole davanti alle quali provo una vertigine. Il mistero dell’uomo, il mio, si spiega con il mistero di Dio;

la mia vita si spiega solo con la vita di Dio.

Il nostro segreto non è in noi, è oltre noi.

Nella mia vita c’è una equazione: più Dio equivale a più io.

Più vangelo in me vuol dire più vita in me, vita di una qualità indistruttibile.

Il mistero di Dio non è lontano, è nel cuore della tua vita: nei gesti di nascere, amare, dubitare, credere, perdere, illudersi, osare, dare la vita…

La vita porta con sé il respiro di Dio, in ogni nostro amore è Lui che ama.

C’è della santità nella vita, la santità del vivere (Abraham Hescel).

Filippo, chi ha visto me ha visto il Padre. Guardi Gesù, guardi come vive, come accoglie, come va incontro, come non manda via nessuno, come muore e capisci Dio, e si dilata la vita.

Con queste tre parole il Signore Gesù entra dentro i conflitti fondamentali dell’essere umano.

Io sono la strada entra nel conflitto fra la vita rassegnata, seduta, e quella che invece tenta di muovere un passo, comunque. Perché una meta esiste, e la vita non è una favola sciocca raccontata da un idiota e che non significa nulla (Shakespeare).

Io sono la verità: ed entra nel conflitto tra l’inverno delle vite e la loro primavera.

Io sono la vita: “hai davanti a te la vita e la morte. Scegli”. Ma scegli la vita! E se sarai caduto, io sono la risurrezione: una linfa potente e fresca che si dirama per tutto il cosmo e che non riposerà finché non abbia raggiunto e fatto fiorire l’ultimo ramo della creazione, l’ultimo angolo del cuore.

 

 

 

PREGHIERA ALLA COMUNIONE

 

Dove abiti Signore,

dove hai messo la tua tenda?

Tu sei in ogni anelito di pace,

in ogni forma di bellezza,

in ogni sacrificio per un più grande amore.

 

Sei nel tessuto inflessibile della roccia,

sei nel grido vittorioso del bambino che nasce,

sei nell’abbraccio di chi ama,

sei nell’ultimo respiro del morente,

sei nella luce inaccessibile,

sei nelle piaghe di ogni povero Lazzaro.

 

Tu sei là dove si rinnova la faccia della terra,

dove ogni uomo si incammina;

sei nel popolo infinito dei costruttori di pace,

sei negli occhi dei puri di cuore,

sei nel sogno di chi muore per la giustizia,

sei nel parto di un mondo finalmente fraterno.

Lontano dai troni,

tu sei nella Croce,

sei ai piedi dei tuoi fratelli più piccoli

sei in me,

e il mio cuore è a casa solo accanto al tuo.

Amen.