Dovremmo tutti coltivare sentimenti di vero amore e riconoscenza verso Dio, nostro Creatore e Signore. Ma la realtà quotidiana spesso ci rende increduli, tiepidi o freddi nei suoi confronti per svariati motivi tra i quali gli affanni della vita, la monotonia, le sofferenze di ogni tipo, le seduzioni della carne e del mondo ecc.

Il Padre, allora, ci è venuto incontro non togliendoci il dolore e le difficoltà dell’esistenza, ma inviando suo Figlio, vero uomo e vero Dio, il quale ha condiviso tutto di noi, eccetto il peccato. Nasce povero e perseguitato in un’umile famiglia, è esule in Egitto, viene frainteso nonostante tutto il bene che ha compiuto, viene torturato e condannato a morte, ma poi risorge dai morti.

Come si fa a non provare tenerezza e riconoscenza pensando all’uomo-Dio che si fa bambino, che soffre in mezzo a noi per noi, che ci indica la via da seguire per raggiungere la Verità e la Vita e rimane sempre in mezzo a noi, soprattutto con l’Eucaristia?

Egli sa che non sappiamo amare, per questo da noi chiede solo fede, fiducia ed abbandono, il resto lo farò Lui, perché dopo la croce ci sarà la Risurrezione per tutti coloro che gli credono.